martedì 8 Ottobre 2024
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Gli affari della Mafia in Brasile, 4 arresti e 9 aziende sequestrate dalla Finanza

Tre persone sono state rinchiuse in carcere e una ai domiciliari su provvedimento del Giudice per le indagini preliminari di Palermo dopo l’indagine della Guardia di finanza del capoluogo siciliano, sfociata nel sequestro di 350mila euro e 9 società tra immobiliari e ristorazione tra il Brasile, la Svizzera, Hong Kong e l’Italia.   Il gip ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari per Giuseppe Calvaruso, 47 anni; Giuseppe Bruno, 51 anni, sua madre Rosa Anna Simoncini, 73 anni, Giovanni Caruso, 53 anni.
L’operazione si inserisce nell’ambito dell’indagine che lo scorso 13 agosto ha portato all’arresto, in Brasile, dell’imprenditore Giuseppe Bruno e al sequestro, sempre in Sud America, di disponibilità finanziarie e beni per 50 milioni di euro.
Entrambe le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile) all’esito di un’inchiesta sviluppata a partire da riscontri investigativi acquisiti dalla Dda di Palermo e condivisi con le autorità brasiliane nel quadro di una squadra investigativa comune istituita con il coinvolgimento della Dda e antiterrorismo e di Eurojust.
É stato altresì disposto il sequestro preventivo di 9 società operanti nei settori immobiliare e ristorativo, situate in Italia, Svizzera, Hong Kong e – per la maggior parte – in Brasile, nonché di somme di denaro per oltre 350.000 euro.

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.

L’operazione si inserisce nell’ambito dell’indagine che lo scorso 13 agosto ha portato all’arresto, in Brasile, di un imprenditore e al sequestro, nel medesimo Stato, di disponibilità finanziarie e beni per un valore fino a 50 milioni di euro.

Entrambe le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile) all’esito di un’inchiesta sviluppata a partire da riscontri investigativi acquisiti dalla citata D.D.A. di Palermo e condivisi con le Autorità Brasiliane nel quadro di una squadra investigativa comune istituita con il coinvolgimento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust.

“Con le attività di stamane, anche sul versante nazionale, le indagini giungono a un punto cruciale”, si legge in una nota del comando provinciale della guardia di finanza di Palermo guidato dal generale Domenico Napolitano, “Ciò che emerge, sulla base delle evidenze sin qui raccolte è che un uomo d’onore, già reggente del mandamento di Pagliarelli, con la complicità dell’imprenditore e servendosi delle prestazioni di esperti professionisti del nord Italia, avrebbe avviato in Brasile lucrose iniziative imprenditoriali, investendo ingenti capitali frutto delle attività delittuose di Cosa Nostra e, in particolare, del mandamento di appartenenza.

Tra questi anche i proventi derivanti da plurimi atti estorsivi compiuti ai danni di imprenditori palermitani.

Il denaro, stando a quanto emerso dalle investigazioni, dall’Italia sarebbe stato trasferito in Brasile attraverso articolati meccanismi di riciclaggio, transitando in molti casi su conti correnti situati all’estero. Oltre 500 milioni di euro: questo il valore, secondo una prima stima, delle società nel tempo gestite dagli indagati anche con l’ausilio di prestanome”.

Muovendo da queste premesse, il G.I.P. ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari per 4 soggetti coinvolti nelle condotte illecite.

Mafia e riciclaggio fra Italia, Brasile e Svizzera. Sequestro da 50milioni di euro

 

 

L’odierna operazione costituisce il culmine di una complessa attività investigativa volta a far luce sulle cointeressenze di esponenti di spicco di Cosa Nostra palermitana in compagini societarie in Italia e all’estero (in particolare in Brasile).

Il contesto investigativo in questione conferma ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza nell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati dalla criminalità organizzata, anche con proiezioni investigative su scala internazionale, e testimonia altresì l’efficacia degli strumenti di cooperazione internazionale.

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