venerdì 20 Settembre 2024
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Giuseppe ‘rivive’ nella fiaccolata organizzata dalla famiglia Pizza

A guidare il corteo avviatosi dalla piazza della frazione, il sindaco di Nola, avv. Geremia Biancardi con vari consiglieri comunali, insieme al parroco della parrocchia dell’intera comunità piazzollese, don Salvatore Luminelli, con a gomito i rappresentanti della famiglia Pizza.

Una ‘famiglia’ allargata a circa un migliaio di persone. Parenti del giovane che in questo giorno avrebbe compiuto gli anni, se non fosse stato trucidato sei mesi fa da un’ignobile mano assassina, ma anche di amici che con lui avevano condiviso momenti di gioia e qualche sofferenza.

E poi tanti conoscenti, solidali, coinvolti … a rasentare quello sgomento che albeggia ancora negli occhi di ognuno, a sottolineare il solco di una ferita che stenterà a rimarginarsi … e a darsi forza nella speranza che queste cose non succedano più in modo così orribile!!!!

Tutti con una ‘fiaccola’ accesa nella mano, in un percorso che ha interessato via Costantinopoli, che è proseguito per via Castellammare per poi concludersi in via Parrocchia, alla Chiesa, dove don Salvatore ha celebrato l’Eucarestia in suffragio dell’Anima Benedetta dello sfortunato Giuseppe.

Il sacerdote ha citato Procopio, il sommo poeta Dante, il vescovo Beniamino De Palma … a rafforzamento del significativo manifesto affisso su tutta l’area cittadina … tendente ad invitare la popolazione ad aderire all’iniziativa, ma anche a fare tesoro della preziosità della VITA nella sua interezza, nel bene e nel male, quando questa ci sorride, ma anche quando ci crea grattacapi.

“La Vita è preziosa, abbine cura! La Vita è una sfida, affrontala! La Vita è un dovere, compilo! La Vita è amore, vivilo! La Vita è Vita, difendila!” … e poi ancora … “Ama la vita così com’è, Amala pienamente senza pretese, Amala quando nessuno ti capisce, Amala non soltanto per i grandi piaceri, Amala anche per le piccolissime gioie, Amala anche se non è come la vorresti. Non vivere mai senza Amore, le Opere dell’Amore sono sempre opere di Pace” (Maria Teresa di Calcutta).

Parole, concetti coraggiosi. Da apprezzare in chi vive inevitabilmente nel tormento di quanto accaduto. In uno stillicidio di impulsi emotivi che, nell’occasione, imbevono severe motivazioni passo dopo passo, preghiera dopo preghiera, canto dopo canto, lacrima dopo lacrima … nella serie più discordante di sentimenti in conflitto tra loro, ma con la rabbia ad agire da comun denominatore.

Ed eccoci a rievocare la Giustizia Divina, il Perdono Negato, l’Affetto Strappato a quei Cuori Orfani di un sentimento inscindibile alla stregua di un ‘cordone ombelicale’. La voglia di Ribellione agli strascichi amari di una ‘Società Malata’, la Solidarietà della gente che Soffre della loro Sofferenza e che Ama del loro Amore. Tutte realtà che sfociano in argomentazioni di rito a cui aggrapparsi per non correre il rischio di atrofizzarsi per il resto dei giorni e pagarne uno scotto ancora più amaro.

Difficile a spiegare … impossibile a comprendere! Eppure la vita continua. Deve continuare!!! È l’imperativo d’obbligo. Per le strade giuste che il Signore vorrà indicarci da lassù! Perché senza il suo ‘orientamento’ vagheremmo alla deriva, a bordo di un malandato vascello nelle acque tempestose della vita!

E questo non ce lo possiamo permettere! Non se lo possono permettere principalmente il papà ‘Giannino’, la mamma Paola, le tre sorelle, tutti coloro che sentono scorrere una sua goccia di sangue nelle proprie vene. I nipoti! E si, perché è proprio per questi ultimi che bisogna sforzarsi di sorridere e di sdrammatizzare il dramma, affinché riacquistino quanto prima la serenità perduta.

Il dolore, lo strazio, l’incredulità, ancora vivi negli occhi, nel cuore e nella mente di ognuno, devono rappresentare il volano per voltare pagina, facendo sfoggio ad una forza d’animo ed una reazione positiva magari al momento insospettabili nei familiari, ma che togliendo il coperchio degli inevitabili strazianti sentimenti, si scopriranno vivi e pronti a germogliare in esempi positivi, alla riconquista di una normalità perduta.

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