Il Teatro Stabile di Napoli apre la stagione 2013-2014 con uno spettacolo firmato Giuseppe Patroni Griffi: in cartellone dal 20 novembre al 1 dicembre, “Prima del silenzio” vede la regia di Fabio Grossi che così si pronuncia in una sua nota: “Scritto negli anni ’70, il testo risulta ancor vivo per tematiche e concetto. La storia racconta le scelte, pur’anche rivoluzionare per la casta che lo ha inglobato per tutta la sua vita precedente, di un uomo, del quale non ci viene fornito il nome. Probabilmente questo poco importa alla risoluzione della vicenda, a mio discernimento l’autore, ad arte e tramite l’espediente, ha voluto rendere universale la faccenda”. In scena, Leo Gullotta e il giovane Eugenio Franceschini riprendono il tema del dibattito generazionale misurato soprattutto in termini di difficoltà o, addirittura, di mancanza di comunicazione fra due generazioni completamente diverse. Da un lato, cioè, si assiste alla contemplazione della parola, piena del più sublime valore, da parte dell’uomo adulto. Dall’altro, invece, la pura ed ingenua incoscienza giovanile si approcciano ad una visone più superficiale secondo la quale le parole servono solo a constatare la realtà. Il rifiuto nel cercare un linguaggio comune per poter comunicare rappresenta la ragione del dibattito drammatico.
Proprio al noto artista napoletano Giuseppe Patroni Griffi, il Mercadante dedica una serata particolare. L’appuntamento è per giovedì 21 novembre, alle 21.00, in occasione della pubblicazione del libro di Mariano d’Amora “Gli amici dei miei amici sono miei amici. La letteratura e il teatro di Giuseppe Patroni Griffi”, Roma, Bulzoni, 2013. Con l’autore interverranno Luca De Fusco e Fausto Nicolini. Per la lettura dei brani: Antonio Casagrande, Gino Curcione, Claudio Di Palma, Cristina Donadio, Leo Gullotta. Il commento musicale è a cura di Paolo Coletta.
È così che lo Stabile di Napoli inaugura la nuova stagione, come sempre all’insegna della qualità e della bellezza dell’arte ed egregiamente coinvolta in un affascinante meccanismo che concilia il sapore tipico moderno con quello storico della tradizione.
Giusi Fabozzi
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