Tragedia venerdi a Giugliano: un carabiniere è morto durante un inseguimento lungo la Circumvallazione Esterna. Erano le 14.30 circa quando i componenti di una pattuglia motomontata della stazione di Villaricca hanno notato uno scooter senza targa, con in sella due giovani. Il mezzo ha imboccato via San Francesco a Patria in direzione di Lago Patria e presentava caratteristiche simili a quelli solitamente utilizzati per rapine a motociclisti ed automobilisti in transito nella zona.
Il capo servizio della pattuglia di carabinieri, Giovanni Salvo, ha fatto cenno ad un collega di seguire lo scooter per fermarlo e procedere a controlli, ma nel corso del pedinamento a distanza – probabilmente non essendosi accorto che un autobus della Ctp (Consorzio Trasporti Provinciale) si era accostato al margine destro della carreggiata per una fermata – ha impattato violentemente contro lo spigolo posteriore sinistro del bus. Il militare è deceduto pochi minuti dopo l’incidente a causa delle gravissime lesioni riportate, nonostante i primi soccorsi prestati dal collega e ripetuti tentativi di rianimazione di personale medico del 118 intervenuto sul posto.
Fratello del maresciallo capo Pietro, comandante della stazione dei carabinieri di Sessa Aurunca, nell’alto casertano, Giovanni Salvo, 31 anni, originario di Montedoro (Caltanissetta), si era arruolato nei carabinieri nell’ottobre 2003. Dopo il corso di formazione era stato destinato alla stazione di Crispano, nel napoletano, dove aveva partecipato ad indagini sul clan camorristico dei “Cennamo” che avevano portato alla disarticolazione del sodalizio criminale con l’arresto di 11 personaggi affiliati, tra i quali il capo del gruppo criminale, dediti ad un giro di usura ed estorsioni.
L’8 luglio scorso era stato trasferito alla stazione di Pulfero, in provincia di Udine, ma dopo un breve periodo di permanenza aveva chiesto di tornare ad essere impegnato in una realtà maggiormente operativa, richiesta che era stata accolta con il suo trasferimento a Villaricca il 23 luglio scorso. Per la professionalità e l’impegno nell’indagine sul clan “Cennamo” era stato premiato (Foto) martedì scorso con un encomio del comandante della Legione carabinieri “Campania”, generale di brigata Franco Mottola. Salvo lascia la moglie 29enne e due bambine di 4 e 3 anni che vivono in Sicilia e che si sarebbero trasferite a breve in Campania.
Un uomo semplice che amava il suo lavoro nel quale metteva ogni giorno a pieno impegno e professioanlità, ma sopratutto un padre che per le sue piccole figlie, le sue principesse avrebbe rapito anche la luna.
La Redazione è vicina al momento di dolore della famiglia.
La redazione
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