Il suo inconfondibile sapore ce lo invidia tutto il mondo. La mozzarella di bufala campana DOP é tra i prodotti più richiesti sui mercati internazionali.
È la mozzarella di bufala campana. Una eccellenza alimentare da sostenere perché rappresenta la qualità del nostro Paese, perché produce reddito per 50mila addetti, ricchezza economica per l’intera nazione e perché é il frutto del lavoro di una filiera agricola che parte dalla stalla e finisce sulla tavola di milioni di persone.
Eppure il ministero dell’Agricoltura ha dato il via libera al marchio DOP per la “mozzarella di Gioia del Colle”, prodotta in Puglia con latte vaccino e non di bufala.
É come se si accordasse la denominazione di origine protetta al parmigiano fatto in Sardegna con il latte di capra.
É questa un’altra arma nelle mani della grande distribuzione per affamare i caseifici ed imporre prezzi sempre più bassi.
Come farà il consumatore americano o quello francese a stabilire la differenza che passa tra prodotti con lo stesso nome?
Tra equivoci e confusione la filiera agricola e produttiva della mozzarella di bufala Campana DOP perderà quote di mercato e sarà costretta a competere con il fior di latte.
Attiviamoci per chiedere al ministro di sospendere la procedura. Di mozzarella ce n’è solo una. Il resto, semmai, é Treccia.
Questo l’appello condiviso sui social e sulla propria pagina Facebook dal deputato di Forza Italia Paolo Russo. L’Onorevole ha presentato un’interrogazione parlamentare nella quale chiede al ministro Maurizio Martina (politiche agricole, alimentari e forestali) di interrompere l’ iter. Ma il decreto di approvazione è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ora la Regione Campania può fare ricorso, evidenziando il danno al marchio già esistente.
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