Anche perché, nella serata finale è stato assegnato il premio alla memoria di Angelo Melfa, prima edizione. A seguito di attenta valutazione delle candidature selezionate, la scelta è caduta sull’associazione “A.G.V.H”, che opera nel campo dei portatori di handicap e della quale lo stesso Melfa aveva fatto parte in vita.
Commoventi gli interventi della presidentessa del sodalizio premiato e della figlia del benefattore poggiomarinese, d’accordo nel rammentare la sua instancabile attività a disposizione dei giovani, principalmente nel campo artistico, ma anche socio culturale. “Siamo sicure che da lassù apprezzerà, gioendone!”, è stato il comun denominatore del loro intervento intercalato da significative, toccanti pause.
Il fattore puramente teatrale è decollato, poi, galoppando umori diametralmente opposti, partendo da un simpatico ‘siparietto’ da parte di tre attori anch’essi targati ‘Strummolo’, a mo di avanspettacolo che ha preannunciato il tema recitativo che abbevera i concetti dominanti dell’opera in programma, in astuzie, ingegnosità, situazioni paradossali … evocando un contesto farcito di inarrestabile comicità … al punto da mettere a dura prova la resistenza della mascella dello spettatore attento e divertito.
La destrezza degli attori si è sviluppata in un ambito concreto, attuale, realistico, moderno … per niente noioso, con insignificanti pause sceniche e nessuna palese indecisione, soprattutto nei protagonisti principali dell’opera.
Ci riferiamo all’apprezzabile prestazione del protagonista Cardamone‘, al quale un po’ di voce in più non avrebbe fatto difetto! – ma forse la percezione è dipesa più che altro dalla nostra postazione audio-visiva non ottimale – intorno al quale gira tutta la fantomatica vicenda; al sorprendente cugino Ettore – destinatario di docce fredde con quantitativi di bagnoschiuma e schampoo dosati ai minimi termini – impegnato ad aguzzare l’ingegno per evitare la revoca dell’agognata pensione, unico loro mezzo di sostentamento; la sorella Maria – che brava! – autentica mattatrice che a forza di fare economia, diventa taccagna! Risparmia nel fare la spesa – ‘congelata’ in un frigo/cassaforte – nel vestire trasandata – che l’abbruttisce oltremodo – e, di conseguenza, non le consente di riuscire a fare colpo sull’amato Ciro/Che Guevara, contestatore no-global da strapazzo che, più che alle ‘cariche’ della Polizia, deve stare attento alle bastonate del padre, in un conflitto generazionale così frequente ai nostri giorni!
Apprezzate nella finzione scenica ed in platea le entrate della seducente Olga – coi tempi che corrono potremmo etichettarla quale ‘escort’ sui generis – capace di sopperire col proprio fisico mozzafiato a qualche marginale carenza del suo talento in erba. Lo stesso co-protagonista figurante il truffatore falso rappresentante dell’INPS, si presenta convincente nella parte, nel riuscito tentativo di spillare quattrini, evocando una piaga della nostra società: il pagamento di ‘mazzette’ per corrompere funzionari compiacenti a proprio uso e consumo!
Nelle fulminee apparizioni, appaiono a proprio agio la donna di servizio di Olga, ucraina un po’ svampita, alla quale non gliene è andata bene una, nella vita; il barista ex puglie suonato, che basa la sua ‘stonataggine’ su schegge di innegabile umorismo e la vera rappresentate dell’INPS, l’autentica verificatrice della ‘condizione mentale’ del Cardamone, quella che scioglie tutti i dubbi riconfermando la pensione a Tonino Cardamone, a seguito della performance di quest’ultimo da presidente del consiglio che promette milioni di posti di lavoro agli italiani, facendosi riprendere dalla finta troupe cinematografica rappresentata da Ciro ed Ernesto!
Poverina! Non può fare altro che confermare: “Chist’ è veramente PAZZO!!!”.
E allora? Senza ombra di dubbio … so d’accord … che taggia dicere … che te pozz dicere … e che t’o dico a ffa!!!!
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