In occasione della Giornata della Memoria 2023, la sezione di Nola della F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arte Professioni e Affari) e il Circolo Passepartout, in collaborazione con il Comune di Nola e il Museo Storico-archeologico di Nola-Ministero della Cultura, organizzano un incontro di riflessione sulla Shoah, sui totalitarismi e sull’importanza dei diritti fondamentali dell’uomo e della libertà, con la presentazione del romanzo Né rosso né nero, pubblicato dalla Robin Edizioni di Torino, dello scrittore e giornalista Angelo Amato de Serpis. All’incontro prenderanno parte, oltre all’autore, Titti Falco (Docente di Storia Ist. Masullo di Nola), Anna Maria Silvestro (Pres. F.I.D.A.P.A. di Nola), Carlo Buonauro (Sindaco di Nola), Vincenzo Martone (Assessore alla Cultura del Comune di Nola) e Giacomo Franzese (Direttore Museo Storico-archeologico di Nola), modererà la serata Antonio D’Ascoli (Direttore di Nonsolonola.com). La serata vedrà anche l’assegnazione di un premio alla memoria per il Vicequestore Francesco Vecchione, che ha salvato decine di ebrei durante gli anni del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale a Modena, con la consegna di una targa da parte della F.I.D.A.P.A alla nipote Angela Paduano.
“Per me è un onore poter contribuire, nel mio piccolo, a conservare la memoria e a ricordare le tristi vicende della Shoah e dello sterminio degli ebrei – ha ribadito Angelo Amato de Serpis -, e ringrazio immensamente la F.I.D.A.P.A., il Circolo Passepartout , il Comune e il Museo Storico-archeologico di Nola ad aver pensato al mio libro Né rosso né nero quale mezzo efficace per poter affrontare tale argomento e per lanciare un messaggio positivo, affinché tali eventi possano non ripetersi mai più. Già con il mio precedente lavoro Arpad ed Egri ho affrontato questa tematica e, come per quest’ultimo lavoro, ho preferito farlo attraverso l’ottica dello sport, e del calcio in particolare, quale punto di vista diverso dal solito, ma molto efficace perché rende chiaro come, un fenomeno come il razzismo, la privazione delle libertà individuali e collettive, vadano a incidere, non solo sulle vicende storiche con la “s” maiuscola, ma anche sulla vita quotidiana delle persone, rendendo ancora più evidente la tragicità di tali fenomeni, che toccano tutti indistintamente, e che tutti sono chiamati a combattere. Attraverso la vicenda umana e personale del grande calciatore ceco Josef Bican, si intrecciano le vicende della “macro storia” europea quale l’immediato dopoguerra del primo conflitto mondiale, l’avvento del nazismo, la Seconda Guerra Mondiale, le “leggi raziali” in buona parte dell’Europa, la Shoah, i campi di concentramento e di sterminio come quello di Terezin, l’avvento del Comunismo nell’Europa dell’est e, in particolare, nella Cecoslovacchia”.
Né rosso né nero (Robin Edizioni di Torino; pp. 188; prezzo: 14,00 euro), il nuovo romanzo dello scrittore e giornalista nolano Angelo Amato de Serpis.
Tra un goal e l’altro, Josef “Pepi” Bican vive in prima persona gli avvenimenti storici dell’Europa del secolo scorso, passando per l’ascesa del nazismo, la fine della Seconda guerra mondiale e l’avvento del comunismo. La sua umanità viene continuamente messa alla prova dalla superbia e dalla violenza di sistemi politici oppressivi, ma la sua testardaggine non gli permette di scendere a compromessi con la Storia, anche a costo di mettere a rischio la propria esistenza e quotidianità.
“Né rosso né nero” è un racconto liberamente tratto dalla straordinaria vicenda di un grande calciatore, poco noto nonostante sia stato fino a qualche mese fa, superato solo da Cristiano Ronaldo, il bomber più prolifico della storia del calcio, che ha avuto la forza e il coraggio di rimanere sempre fedele ai suoi ideali di libertà e coerenza e alla sua voglia di giocare a calcio, sfidando sistemi totalitari spietati come il nazismo e il comunismo.
Il racconto ci consente di passare dalle piccole vicende umane di Bican, simili a quelle di tanti altri in quei tempi, ai grandi avvenimenti che hanno scosso il mondo intero, e in particolar modo il vecchio continente, lo scorso secolo. È un continuo e affascinante passaggio dalla microstoria alla macrostoria, visti con gli occhi di un grande campione di calcio, “colpevole” di voler difendere la sua voglia di libertà e di non volersi piegare al nazismo e al comunismo nella sua Cecoslovacchia, oppure agli orrori della Shoah.
«Prendendo liberamente spunto dalla straordinaria storia di “Pepi” Bican – ha sottolineato lo scrittore Angelo Amato de Serpis – ho voluto raccontare le assurdità di un’epoca caratterizzata da uno incredibile progresso scientifico ma, allo stesso tempo, da un declino umano che è stato capace di raggiungere, nell’arco di pochi anni, il suo punto più basso. I totalitarismi che hanno sconvolto la vita di milioni di persone, l’Europa del pre e post secondo conflitto mondiale, veri e propri orrori come la Shoah e l’assurda storia del campo nazista di Terezin, nell’allora Protettorato di Boemia e Moravia, la “guerra fredda” e la lotta per le libertà dei popoli europei, trovano spazio nelle pagine di questo libro e si intrecciano con la vita quotidiana di un grande campione di calcio, ma principalmente di umanità, lì dove l’umanità è venuta meno.»
Nota sull’Autore
Angelo Amato de Serpis (1970), nolano, è giornalista pubblicista dal 1994. È stato corrispondente dei quotidiani il “Giornale di Napoli” e de “Il Mattino” di Napoli. Ha curato diverse pubblicazioni di carattere storico e sui beni culturali campani. Ha pubblicato i racconti storici Con il naso all’insù (2009); Il giorno senza domani – Una storia di 4000 anni fa (2011); Arpad ed Egri (2016) e la monografia d’arte dedicata a suo padre Eduardo Amato. Il pittore dell’anima, della natura e delle genti (2020).
info@angeloamatodeserpis.it
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