Napoli. Un giovane ballerino napoletano Gennaro Chianese, che vive a Magdeburgo da tre anni, ci racconta cosa sta accadendo in questa città tedesca diventata tristemente nota dopo l’attentato del 20 dicembre. Quella sera Taleb Jawad al-Abdulmohsen, uno psichiatra 50enne di origine saudita, si è lanciato con la sua auto a tutta velocità sulla folla che si recava ai mercatini di Natale uccidendo 5 persone, tra cui un bambino, e causando 237 feriti tra questi un italo-tedesco originario della Calabria.
“Vivo a Magdeburgo da tre anni”, afferma Gennaro Chianese, “Nel 2021 sono stato ingaggiato come ballerino dal Teatro di Magdeburgo, la più grande istituzione culturale della Sassonia-Anhalt. Questo ruolo, per me, è motivo di grande orgoglio e profonda gratitudine”.
Ci racconta la città in cui sta abitando e che ora ha l’attenzione del mondo per aver riaperto la ferita del terrorismo.
“Magdeburgo è una cittadina di 250 mila abitanti, tranquilla e silenziosa”, spiega, “Pur essendo il capoluogo della regione e un centro politico importante, la vita qui scorre pacata. Mai avrei immaginato che proprio in questo luogo, così sereno, potesse verificarsi un attentato di tale portata”.
Prima dell’attentato dell’altro giorno ha mai pensato che nella città in cui abita potesse avvenire una cosa simile?
Dopo l’attentato come si sta vivendo?
“Oggi tutta la comunità vive un lutto profondo. Pur non essendo nato né cresciuto qui, in questi tre anni Magdeburgo è diventata la mia casa. Mi ha accolto con calore, e qui ho stretto amicizie sincere, alcune delle quali erano al mercatino quando é avvenuto l’attentato. Venerdì scorso è stata una giornata di terrore, confusione e angoscia. Da sabato, la città intera è immersa nel dolore: preghiamo, commemoriamo le vittime, ci ritroviamo per consolarci a vicenda. Magdeburgo è piena di punti di ritrovo dove fiori e candele testimoniano la solidarietà e il cordoglio di tutti. Numerose sono le manifestazioni di vicinanza, ma la tensione è ancora palpabile: le forze dell’ordine presidiano ogni angolo della città.
Anche il Teatro di Magdeburgo ha deciso di chiudere per lutto per tre giorni. Tuttavia, dal 25 dicembre riprenderà la sua programmazione, e anch’io, con molta fatica, tornerò in scena. Questo è il nostro compito, il nostro lavoro: provare, attraverso l’arte, a lenire anche solo per qualche istante il dolore delle persone, donando loro un momento di sollievo in un tempo così difficile”.
Come si sta affrontando il post attentato?
“Per l’ospedale di Magdeburgo, l’attentato ha rappresentato uno shock senza precedenti. Oltre duecento feriti sono stati accolti in poche ore, e l’intero sistema sanitario si è mobilitato con una rapidità straordinaria. Già dalle prime ore, erano disponibili sportelli per il supporto psicologico, non solo in città ma anche nei centri vicini”.
Il luogo dell’attentato, quei mercatini, sono normalmente molto noti e frequentati?
I mercatini di Natale erano pieni di vita e allegria venerdì sera. Magdeburgo vive il Natale con intensità, e i mercatini rappresentano il cuore pulsante delle celebrazioni. Tante persone, anche dai paesi limitrofi, li visitano ogni anno. La famiglia del piccolo bambino che ha perso la vita, ad esempio, proveniva da un piccolo paese vicino. È straziante pensare che un luogo così gioioso nel quale anch’io sono stato tantissime volte dato che si trova tra il teatro e casa mia, sia stato teatro di una tragedia tanto devastante.
Ora si sente al sicuro?
“Dopo aver vissuto un’esperienza simile, mi chiedo cosa significhi davvero la parola “sicurezza”. Forse, solo il tempo potrà lenire ferite così profonde. Nel frattempo, non ci resta che continuare a vivere, portando nel cuore il ricordo di chi non c’è più. È un cammino difficile, ma questa comunità merita di ritrovare, poco a poco, la serenità che le è stata strappata”.
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