Pomigliano d’Arco – Operai, governatori e sindacati insieme per discutere sul futuro degli stabilimenti della Fiat. Un incontro importante, quello previsto per oggi a Roma, al quale prenderanno parte i presidenti delle Regioni sul cui territorio vi sono fabbriche del Lingotto. Sono attesi, dunque, i governatori di Campania, Sicilia, Piemonte, Molise, Abruzzo, Lazio e Lombardia che si confronteranno con le Rsu delle aziende, compresa l’intera rappresentanza dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, che è in cassa integrazione fino al 25 maggio. “Questo confronto vuole sottolineare l’importanza del settore automobilistico per tutte le regioni interessate”, spiega Francesco Percuoco, segretario Fiom Cgil del “Giambattista Vico”, “vuole sottolineare l’importanza del settore automobilistico per tutte le regioni interessate e ribadire che un’eventuale chiusura degli stabilimenti sarebbe un vero e proprio dramma sociale. Lo scopo dell’incontro è anche confrontarsi sulle strategie produttive e scambiarsi opinioni sulla crisi”. Insomma, forti le attese dei sindacati dal confronto con le Regioni, tutti si attendono un impegno istituzionale che “costringa” l’azienda torinese a garantire il futuro occupazionale degli stabilimenti italiani. Soprattutto alla luce delle trattative che continuano, serrate, per chiudere l’accordo tra Fiat e Chrysler. Un accordo che è considerato fondamentale anche per le fabbriche nostrane, fra queste in prima linea quella di Pomigliano d’Arco, fortemente in crisi. Un punto su cui è concentrato soprattutto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che ha sottolineato come il Governo sia interessato a capire bene qual è il piano industriale della Fiat per l’Italia. “Nel complesso del gruppo Fiat la cig (cassa integrazione) è diminuita”, spiega Claudio Scajola, “grazie anche all’aumento delle immatricolazioni dovuto agli interventi del Governo. E’ vero che c’è ancora una sofferenza forte in stabilimenti come Pomigliano per modelli che tirano di meno, c’è quindi una cassa integrazione prolungata. Ma credo che l’impegno a investire in innovazione che la Fiat sta portando avanti possa trainare quegli stabilimenti che oggi soffrono ancora”. E riguardo il patto tra l’azienda torinese e quella automobilista americana il ministro ha sottolineato: “Se, come mi auguro si chiude l’accordo bisogna capire bene qual è il piano di Fiat per l’Italia. L’accordo con Chrysler è importante e ci inorgoglisce come italiani. Qualche mese fa avremmo pensato che sarebbe stata la Chrysler a comprare la Fiat. L’Italia non è solo il paese della pizza e del mandolino, ma è considerata nel mondo come un paese dove c’è tecnologia. Se un’impresa cresce all’estero vuol dire che si sta meglio anche a casa nostra”. Comunque vada l’incontro di oggi i sindacati non rinunciano alla grande manifestazione nazionale prevista per il 16 maggio proprio a Torino. Nella città simbolo della Fiat convoglieranno tutti gli operai metalmeccanici d’Italia per far sentire la loro voce di protesta contro un’azienda che ancora non ha comunicato un piano aziendale che garantisca l’occupazione.
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