Pomigliano d’Arco. Si è concluso con “esito negativo” il confronto tra sindacati e la Fiat per stabilire i particolari della cassa integrazione straordinaria degli operai di Pomigliano d’Arco. A far nascere i dissapori tra sigle sindacali e azienda tre punti: mancata anticipazione delle spettanze ai lavoratori, rotazione, garanzie per gli attuali organici in forza. Mentre i sindacati discutevano della Cigs sotto la sede della giunta Regionale decine di lavoratori aspettavano di conoscere il loro destino. Un presidio che è cominciato intorno alle 9 per terminare nel tardo pomeriggio. ‘’Si apre uno scenario pericoloso per i lavoratori di Pomigliano”, dice Giovanni Sgambati, segretario generale Uilm Campania, “perchè dobbiamo sperare che il governo approvi rapidamente l’istanza di cassa integrazione speciale e che allo stesso modo l’Inps sia in grado di non perdere troppo tempo nell’erogare le spettanze ai lavoratori. Il nostro auspicio è che anche la Fiat rifletta e sia in grado di ripensarci per evitare che si aprano tensioni sociali incalcolabile gravità nella provincia di Napoli. Da oggi a fine novembre c’e’ ancora tempo per un incontro a Palazzo Chigi che dia continuità sul piano così come promesso lo scorso 18 giugno dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. La Uilm con i propri delegati valuterà nelle prossime ore tutte le iniziative per salvaguardare il lavoro ed il reddito nello stabilimento di Pomigliano d’Arco’’.
Nel verbale della riunione, che si è tenuta ieri mattina in Regione, è stato dato particolare risalto alle posizioni dello Slai Cobas che ha denunciato “l’uso ‘distorto ed ad oltranza’, ultraventennale, della cassa integrazione alla Fiat Pomigliano chiedendone conto all’azienda ed agli enti preposti all’erogazione degli ammortizzatori sociali”. Sia le altre sigle sindacali che lo Slai Cobas hanno fatto presente al rappresentante dell’azienda automobilistica che “dal 1987 ad oggi lo stabilimento di Pomigliano ha fruito, sostanzialmente senza soluzione di continuità, di ammortizzatori sociali, quali Cigo, Cigs, Mobilità, per nebulosi ed irrealizzati piani di rilancio produttivo ed occupazionale e ad oggi continua indisturbato nella fruizione di tali trattamenti; inoltre mai ha prodotto seri piani di tenuta occupazionale e produttiva, con ingenti costi economici a carico dello Stato. Ancora oggi non produce alcuna motivazione utile in relazione a tenuta occupazionale e produttiva, agendo in maniera estremamente risicata, in probabile superamento e violazione dello spirito e del dettato normativo in materia”. Per Gerardo Giannone, Rsu Fim, quello che è accaduto ieri è anche il frutto dell’atteggiamento sbagliato di una parte delle organizzazioni sindacali. “Personalmente ritengo ingiusto ciò che si è consumato in Regione”, ha detto, “la Fiat voleva la rottura e grazie a quello che e accaduto in settimana all’Unione degli industriali ha ottenuto il risultato, mentre noi operai rischiamo di vedere le nostre buste paghe vuote e di vedere 40 ragazzi licenziati a dicembre. Chi rappresenta i lavoratori deve avere più sangue freddo e capire che noi a Pomigliano lottiamo contro l’azienda, il governo e la Lega Nord. Mi auguro si ritrovi al più presto l’unità sindacale e dei lavoratori. Sono stanco di vedere atteggiamenti provocatori e arroganti verso chi ha la responsabilità di gestire queste difficili situazioni”.
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