Pomigliano d’Arco. Mesi di attesa ed il grande giorno è arrivato. Oggi a Roma si terrà l’incontro tra Fiat, Governo, sindacati e Regioni per discutere del futuro degli stabilimento del Lingotto in Italia. E non mancheranno gli operai. Partiti in mattinata da Pomigliano d’Arco, le tute blu saranno nella capitale per sottolineare la crisi che stanno vivendo ormai da mesi sottoposti a continua cassa integrazione. A rimarcare nuovamente l’emergenza legata ai dipendenti del gruppo torinese senza mensilità da dicembre è la Uilm Campania. Oggi in concomitanza con il tavolo di concertazione convocato a palazzo Chigi un presidio dei lavoratori Fiat in mobilità in deroga e cassa integrazione straordinaria in deroga sarà attuato a Roma in piazza della Repubblica, mentre un’altra delegazione si recherà a via Veneto, davanti alla sede del ministero del Lavoro. “Dall’incontro a palazzo Chigi”, spiega il segretario regionale campano Uilm Giovanni Sgambati, “auspichiamo un risultato che metta in sicurezza gli stabilimenti di Pomigliano e Pratola Serra, colpiti dalla cassa integrazione ordinaria da circa un anno. Ma le emergenze rimangono per migliaia di lavoratori in mobilità in deroga e cigs in deroga che da sei mesi non percepiscono un euro per continui rimbalzi di responsabilità tra Governo, Regione e Inps. Ci aspettiamo una risposta positiva dal ministero del Lavoro per erogare le spettanze a tutti questi lavoratori per fine mese di giugno perché non siamo più in grado di garantire una tenuta sociale civile”. A quello che spetta economicamente ai lavoratori si aggiungono anche i fondi erogati dalla Regione Campania per i corsi che i cassintegrati hanno tenuto e che però non sono ancora arrivati. O meglio, alcuni lavoratori dello stabilimento “Giambattista Vico” stanno ottenendo in questi giorni l’assegno da 350 euro, diversa invece la situazione degli operai della fabbrica motori automobili (Fma) di Pratola Serra che per ora non hanno ricevuto alcuna comunicazione, ne tantomeno l’attesissimo assegno. Una situazione snervante che rende ancora più difficile la vita di chi da mesi vede a repentaglio il proprio posto di lavoro.
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