Pomigliano d’Arco. Buone notizie per gli operai Fiat: decisa la data per il tavolo fra governo e vertici della Fiat, sindacati e regioni. Si terrà subito dopo le elezioni europee, intorno al 9, 10 giugno. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. “L’impegno con la Fiat non cambia”, ha detto il ministro, “Ci vedremo subito dopo le elezioni” per l’illustrazione del piano siglato dal Lingotto con la Chrysler e per fare il punto sulla situazione dell’indotto”. Una notizia accolta favorevolmente dalle tute blu di Pomigliano. “Finalmente un tavolo”, commenta Gerardo Giannone, operaio e sindacalista cantiere comunista, “il fatto che finalmente si riuniscano tutte le parti in causa mi lascia ben sperare e posso anche dire in tutta onestà che la tabella di marcia data da Fiat il 19 dicembre del 2007 a palazzo Chigi, quando c’era Prodi al governo, viene ampiamente rispettata. In quella data venne sottoscritto un protocollo d’intesa in base al quale l’azienda avrebbe concesso a Pomigliano una missione produttiva già a giugno del 2009, dopo aver effettuato tutti gli aggiornamenti sulla fabbrica pomiglianese. Ora la ristrutturazione è stata completata nel 2008, il polo logistico è pienamente funzionante, la medaglia di bronzo del WCM è cosa fatta ormai, il senso di responsabilità e l’attaccamento al sito è pienamente provato dal basso indice di assenteismo del 2008 e del 2009”. Dare una missione produttiva al “Giambattista Vico” è mantenere le promesse, dunque. Ma non soltanto. “Oltre ad una nuova missione”, afferma Giannone, “La Fiat deve riassegnare a Pomigliano la produzione, anche se parziale, della Bravo in modo da contenere i periodi di cassa integrazione. L’azienda deve confermare i 300 ragazzi che sono stati assunti con il contratto di apprendistato e farli diventare effettivi. Deve applicare un sistema di turnazione delle trasferte, per consentire subito a tutti di poter riabilitarsi economicamente e predisporre un orario ridotto per questo periodo per fare in modo che la fabbrica resti funzionante e produca auto tutti i giorni”. Fin qui gli “obblighi” del Lingotto. Ma per gli operai gli impegni spettano anche alla politica. “Il Governo deve istituire un fondo dal quale Fiat e le altre aziende dell’indotto possano attingere per ristrutturare e innovare gli stabilimenti”, aggiunge Giannone, “in piena sintonia con il protocollo di Kioto. Deve emettere un decreto legge che allunghi la cassa integrazione da 52 a 104 settimane, in tal modo si permetterebbe la costruzione di una nuova linea di produzione. Deve anche aumentare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti che fanno cassa integrazione”. Impegni richiesti alla Regione Campania che deve: “fare da subito un nuovo Patto di Programma con Fiat per consentire la crescita del sito pomiglianese, come è stato in Piemonte con l’assegnazione della Mito o con il Lazio con l’Alfa 149. La Regione deve sbloccare subito le risorse stanziate al sostegno al reddito per i cassaintegrati, e riformulare in modo chiaro il suo ruolo nell’economia campana”. Ed infine i sindacati che: “devono di comune accordo rinviare a data da destinarsi le elezioni della Rsu in tutti i siti italiani, questo darebbe la giusta continuità d’azione e sicurezza all’azienda sui suoi interlocutori. Mi auguro che questi siano i temi affrontati nel tavolo che abbiamo tanto atteso e che soprattutto vengano messi in atto”.
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