di Imma Di Laora
Cresce l’attesa per la Festa di San Donato, che si svolgerà sabato 9 e domenica 10 settembre a Saviano: un’attesa ancor più fremente dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia e dopo aver potuto solo per una volta potuto farla rivivere da quando si era persa questa tradizione nel 1945, a causa di “eventi bellici” tra famiglie del posto, legati a motivi non ben conosciuti.
La Festa ha origini in un passato non proprio prossimo: nacque già durante la prima guerra mondiale; veniva intitolata, allora, “festa delle lampetelle”, caratteristici lumicini che illuminavano il rione.
“La cappelluccia di San Donato”, così chiamata affettuosamente dalle persone del rione, è di proprietà della famiglia Caliendo-Tufano, persone appartenenti ad un passato illustre del paese, e ad un altrettanto illustre presente. Durante la prima e, soprattutto , seconda guerra mondiale, “la cappelluccia” accoglieva i rifugiati provenienti da Napoli città. Al suo interno sono conservate le statue di San Gaetano e di San Donato. Per alcuni anni veniva celebrata la messa, di solito da un frate cappuccino inviato da Nola. Da circa 20 anni, purtroppo, non c’è più questa usanza.
Vero e proprio simbolo e punto di ritrovo, i Savianesi hanno spesso l’abitudine di darsi appuntamento con un:”ci vediamo alla Cappelluccia!”
La festa è stata fortemente voluta dagli anziani del rione, come desiderio di vivere un momento di aggregazione e di fare rivivere le tradizioni ormai abbandonate.
Scosso dalla scomparsa improvvisa di un importante sostenitore della festa, Francesco Falco, nel mese di luglio, i componenti del comitato si sono spesso chiesti cosa fosse meglio e rispettoso fare. Impossibile fare finta di niente…dopo un primo momento di sconforto e confusione è stato deciso di coinvolgere i familiari dello stesso. In particolare la moglie Luisa, la quale ha ritenuto che fosse giusto festeggiare, che “la festa Francesco l’avrebbe voluta, e sarebbe stato un bel modo per mantenere vivo il suo ricordo!”
E così, questi giorni speciali sembrano colorarsi di una sfumatura meno cupa.
Il comitato è costituito ufficialmente da 20 persone anche se, in realtà, l’intero rione ha partecipato all’organizzazione della festa e alla ristrutturazione della chiesetta, autotassandosi e versando, ognuno secondo le proprie possibilità, un contributo economico che potesse essere utile. Presidente del comitato è Don Paolino Franzese, designato dalla curia di Nola, anch’egli attivo fautore dei festeggiamenti.
Ogni sera, dopo lavoro e nonostante gli impegni, incontro dopo incontro, lucina dopo lucina, pennellata dopo pennellata, “la cappelluccia” e il rione prendono vita e colore. Si respira un’aria gioiosa e di felice attesa.
“Ognuno di noi ha i suoi problemi…il nostro obiettivo è regalare qualche momento di spensieratezza!” Queste le parole di Francesco Caccavale, portavoce del comitato.
Due serate all’insegna del divertimento e dello stare insieme, spettacoli finalizzati al buon umore e una serata gastronomica al solo scopo di rendere unica ed indimenticabile questa festa.
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