Sant’Anastasia. Quella che sembrava soltanto una telenovela infinita si è rivelata davvero una telenovela infinita. Giorni fa il consiglio comunale di Sant’Anastasia sembrava definitivamente sciolto, e già si stavano preparando le candidature per le elezioni del prossimo marzo. Non è così, il sindaco Carmine Pone ha ancora 7 giorni di tempo per ripensarci e ritirare nuovamente le dimissioni, come aveva già fatto a luglio.
Quando il 22 ottobre sono stati bocciati i riequilibri di Bilancio sembrava che la normativa prevedesse l’arrivo di un commissario prefettizio e quindi la fine anticipata dell’esecutivo di centrodestra. Sbagliato.
Dopo giorni di dubbi abbiamo contattato la Prefettura di Napoli. E dall’ufficio territoriale di governo ci hanno fatto sapere che, nello specifico per quanto riguarda il caso Sant’Anastasia, non è previsto l’arrivo a Palazzo Siano di un viceprefetto, ma di un commissario “ad acta” che arriverà a brevissimo e che dovrà effettuare le opportune verifiche riguardo il documento contabile. La normativa di riferimento è il Testo unico degli enti locali (articolo 193 comma 4). In particolare, la giurisprudenza in materia specifica che nel caso della mancata adozione degli equilibri di Bilancio il commissario “ad acta” provvede a verificare se questo è accaduto per un atto formale oppure se è riconducibile a “insussistenza” dell’equilibrio stesso. In base a quello poi si arriva allo scioglimento, Non è il caso di Sant’Anastasia dove la “bocciatura” dello strumento contabile è puramente politica. Tutto torna dunque in mano a Carmine Pone che, entro l’11 novembre, dovrà decidere se ritirare le sue dimissioni oppure no. Tutto è possibile, dunque, anche se gli scenari politici per il leader del centrodestra appaiono davvero ingarbugliati ed ostici. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, infatti, il primo cittadino ha presentato una lettera in cui annunciava: “In questi ultimi mesi, tuttavia, per senso di responsabilità ho cercato di prendere in considerazione inviti e sollecitazioni provenienti dai gruppi consiliari. Ne sono derivati mesi di disordini e confusione durante i quali ho continuato a lavorare per portare a termine tante iniziative importanti. Appare chiaro che la mancanza di una condizione di responsabilità ha portato ad un progressivo degrado dell’azione amministrativa”.
E poi aggiungeva: “Concludo anticipatamente il mandato con la coscienza di aver riversato ogni energia per ottenere i migliori risultati in un momento politico ed economico di estrema difficoltà. Sono sereno perché ho la consapevolezza di non essermi discostato dal programma per il quale sono stato eletto, di aver perseguito criteri di gestione improntati all’efficienza amministrativa e soprattutto al rispetto delle regole. Ringrazio la giunta e tutti i consiglieri che si sono dimostrati fino all’ultimo coerenti, tenendo fede, con impegno e dedizione, al mandato datoci dagli anastasiani”. Ne seguirono violenti attacchi soprattutto dalla sua stessa parte politica, primi fra tutti il capogruppo del Pdl Salvatore Manfellotti e il collega Antonio Marciano. A questo punto in cui la trama
è ingarbugliata, i colpi di scena non sono mancati, come in ogni buona telenovela che si rispetti restiamo in attesa dell’inaspettato finale.
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