mercoledì 29 Gennaio 2025
HomeSocietàEnrico Berlinguer: Il leader che fece sognare generazioni di giovani

Enrico Berlinguer: Il leader che fece sognare generazioni di giovani

Sono passati quarant’anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, eppure il suo ricordo è ancora vivido nella mia mente, come se fosse ieri. Avevo solo 14 anni quando il Segretario del Partito Comunista Italiano ci lasciò, l’11 giugno 1984, Enrico ne aveva solo 62. Ero un giovane iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) di Torre Annunziata, pieno di sogni e speranze, convinto che avremmo potuto cambiare il mondo.

Berlinguer non era solo un politico; era un uomo che incarnava valori di onestà, integrità e compassione. La sua figura umana riscuoteva un successo straordinario tra i giovani, che vedevano in lui un faro di speranza e un esempio da seguire. Ricordo ancora le sue parole, come quando diceva: “Se vi impadronite del sapere, se lottate con lavoratori e oppressi, il vecchio ordine non avrà scampo.” Queste frasi non erano solo slogan, ma veri e propri manifesti del cambiamento che volevamo portare.

Berlinguer aveva un rapporto unico con noi giovani. Era capace di ascoltare e comprendere le nostre preoccupazioni, trattandoci con rispetto e serietà. Durante le assemblee della FGCI, partecipava come un mentore, più che come un dirigente. Ci parlava con sincerità e ci incoraggiava a prendere parte attiva alla vita politica, credendo fermamente che i giovani fossero il motore del cambiamento.

La FGCI di Torre Annunziata, la mia città natale, era un nucleo di fervente attività politica. Giovani come me si riunivano regolarmente per discutere di politica, organizzare eventi e campagne, e sognare un futuro migliore. Sentivamo di far parte di qualcosa di più grande, un movimento che poteva davvero trasformare la società. Berlinguer era il nostro punto di riferimento, il leader che ci mostrava la via con il suo esempio di dedizione e integrità.

Purtroppo, quel ragazzo di 14 anni non è riuscito a farsi accompagnare per mano in un futuro in cui manca la sua presenza, il 7 giugno 1984 Enrico si accasciò sul palco del comizio elettorale per le elezioni Europee a Padova, ci lasciò quattro giorni dopo.

Poco dopo la sua morte, il 14 giugno 1984, si tennero le votazioni. In quell’occasione, per la prima volta nella storia, il PCI superò la Democrazia Cristiana, ottenendo un risultato storico. Quel successo elettorale fu anche un omaggio alla memoria di Berlinguer, un riconoscimento del suo impegno e della sua dedizione alla causa del popolo italiano.

Ricordo la commozione e l’orgoglio che provai in quei giorni, ai suoi funeri, più di un milione in piazza a Roma. Sembrava che il nostro sogno di un mondo più giusto e solidale fosse finalmente a portata di mano. Eravamo giovani, pieni di energia e determinazione, pronti a lottare per i nostri ideali. Quante volte siamo scesi in piazza, per la pace, contro la guerra, per il diritto al lavoro, contro la camorra, all’indomani della strage di sant’Alessandro, dopo l’omicidio di Siani, senza paura, studenti insieme ai lavoratori, ai disoccupati, come professava Enrico, uniti per un mondo più giusto.

Ma ora, dopo quattro decenni, guardo indietro con un misto di nostalgia e amarezza. Il mondo non è cambiato come speravamo, anzi, in molti aspetti è peggiorato. La politica sembra aver perso quell’umanità e quella passione che Berlinguer rappresentava. Gli ideali di giustizia sociale, uguaglianza e solidarietà sono stati spesso sacrificati sull’altare del profitto e dell’interesse personale.

Uomini politici come Enrico Berlinguer non esistono più. La sua figura rimane un faro di speranza, un esempio di come la politica possa essere un mezzo per migliorare la vita delle persone e non solo un gioco di potere. Oggi, più che mai, sentiamo la mancanza di leader come lui, capaci di ispirare e guidare con il cuore oltre che con la mente.

Enrico Berlinguer guardava ai giovani con rispetto e ascolto, cosa che non siamo riusciti a fare noi, ingolfando la vita politica della nostra presenza. Perché quel cambiamento che auspicavamo avvenga, è essenziale che gli adulti riconoscano e rispettino lo spazio dei giovani, offrendo supporto senza dominare, ascoltando invece di dirigere, e aprendosi alla possibilità che le nuove idee possano effettivamente portare a un futuro migliore.

La memoria di Berlinguer e dei suoi insegnamenti vive ancora in molti di noi, ma siamo stati incapaci di trasmetterla. Forse, un giorno, le nuove generazioni di giovani troveranno la forza e il coraggio di riprendere quel cammino, di lottare per un mondo migliore, proprio come noi sognavamo di fare quarant’anni fa.

Sostieni la Provinciaonline

Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.

Articoli recenti

Rubriche