Napoli. Donne 2021: la città delle donne fatta dalle donne della città. Mercoledì 14 luglio, 20.30. Lazzarelle Bistrot, Galleria Principe di Napoli. Alessandra Clemente incontra le donne impegnate nella lotta per la parità di genere e contro la violenza.
Alessandra Clemente, assessora al Patrimonio, ai Lavori Pubblici e ai Giovani e candidata
sindaca della città di Napoli invita le donne napoletane rappresentanti di associazioni e realtà
sociali impegnate nella lotta per la parità di genere e contro la violenza sulle donne ad un incontro di ascolto delle problematiche e delle esigenze delle donne della città e per condividere il piano Donne 2021. L’incontro che si terrà nel Bistrot Lazzarelle nella Galleria Principe di Napoli mercoledì 14 luglio alle 20.30 e vedrà la partecipazione dell’assessora alle Pari Opportunità Francesca Menna, dell’assessora all’istruzione Annamaria Palmieri e della consigliera metropolitana ai beni Unesco, comuni e confiscati Elena Coccia, ha già registrato l’adesione di tante rappresentanti di associazioni, gruppi e cooperative impegnate da anni sulle tematiche di genere e delle pari opportunità.
“Da quando ho reso pubblica la mia candidatura mi hanno sempre chiesto di fare un passo
indietro per un uomo- spiega Alessandra Clemente-. Io credo che per le donne sia il momento di fare dieci passi in avanti. Ciò che ho sempre detto alle ragazze che ho incontrato in questi anni è “Non permettere a nessuno di dirti che non vali” ho detto a parole, ma soprattutto con l’esempio. La mia sfida adesso è quella di essere sindaca della città e fare una città per le donne con le donne. Ho scelto di realizzare l’incontro al Lazzarelle Bistrot, perché è un’eccellenza: un progetto autosostenibile che restituisce valore e dignità alle ex detenute.
Secondo il programma di sviluppo delle Nazioni Unite l'equità di genere è un diritto fondamentale per realizzare un mondo più giusto, sostenibile e pacifico. In Italia siamo messi male: nel report sul gender gap del Word Economic Forum 2021 l’Italia è al 63° posto nella classifica della parità di genere su 156 paesi del mondo. In un Meridione in cui la disoccupazione ha tassi che superano di 10 punti la media nazionale la Campania è tra le regioni più fragili con un tasso di disoccupazione registrato dall’Istat nel 2019
(ante Pandemia) del 20,9% a fronte del 13,1% dell’Italia. In Campania il tasso di disoccupazione è pari al 18,2% e al 25,3%, rispettivamente per uomini e donne. La provincia di Napoli, si conferma nel 2019 come l’area a più bassa incidenza di occupati, sia tra gli uomini (48,0%) che tra le donne (24,8%). La Campania, non è “a misura di bambino”, ma ancor meno “a misura di bambine” secondo l’Atlante dell’infanzia a rischio “Con gli occhi delle bambine” diffuso nel 2020 da Save the Children. In Italia, circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni nel 2020 si sono trovate nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro. Un limbo in cui in Campania è intrappolato il 35,8% delle giovani neet, contro il 32,9% dei coetanei maschi. In una società ancora così impari per le donne, la Pandemia ha visto i suoi effetti negativi abbattersi soprattutto su di loro – spiega Alessandra Clemente -. Le donne sono quelle che nella società meridionale ancora si sobbarcano il carico maggiore di cura della famiglia e della comunità e che durante la chiusura totale si sono occupate in modo eroico contemporaneamente degli anziani, dei malati e dei bambini che non andavano a scuola. Inoltre un dato molto triste registrato durante il lock down è l’;incremento della violenza di genere e dei femminicidi. Disparità e violenza di genere non sono più ammissibili. E fondamentale un impegno attivo, costante e sistematico di tutte e di tutti per creare insieme una società più giusta ed equa nella quale le donne abbiano lo stesso rispetto e le stesse opportunità degli uomini. Credo anzi che le donne, grazie alla propensione a creare e avere cura del prossimo, dovrebbero rivestire ruoli amministrativi, imprenditoriali e dirigenziali per far crescere le città più giuste e felici ed essere le protagoniste della svolta verso un welfare generativo da realizzare nei beni comuni. La presenza di servizi per l’infanzia è fondamentale per assicurare il benessere ai bambini e la possibilità per le donne di lavorare. Nel 2011 a Napoli c’erano solo 37 nidi, oggi sono raddoppiati: 70 servizi pubblici tra nidi, micro nidi e sezione Primavera. Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni è stato di aumentare i nidi comunali a gestione diretta che oggi sono 50 e attivarne altri a
gestione indiretta, realizzati usando le risorse europee e tutte le fonti di finanziamento. Negli
ultimi 10 anni, grazie al lavoro dell'amministrazione coordinato dall’assessora Annamaria Palmieri, abbiamo lavorato per la fascia 0-6 puntando maggiormente sulla fascia dei più piccoli sempre penalizzata al Sud e mantenendo anche costanti e basse le tariffe rispetto al resto d’Italia, così se la media dei bambini che possono usufruire di servizi per la prima infanzia in Campania è inferiore al 3%, a Napoli siamo oltre la percentuale chiaramente ancora insufficiente. Eppure è stato compiuto uno sforzo sovrumano per reperire i fondi perché scontiamo la norma ingiusta secondo la quale i fondi per l’infanzia vengono allocati non in base al fabbisogno dei bambini da 0 a 3 anni presenti nel comune, ma premiano Comuni che già partivano avvantaggiati negli anni precedenti per il criterio della cosiddetta spesa. Paradossalmente, in base a tale criterio, nonostante la Campania sia la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per numero di bambini, è quella con meno nidi in percentuale. Continuerò ad impegnarmi come già fatto dal sindaco Luigi De Magistris e dalla collega assessora alla scuola Annamaria Palmieri per chiedere la revoca della norma e perché lo Stato riconosca che i servizi educativi sono servizi essenziali e non a domanda e intanto mi preoccuperò che i fondi del Recovery Plan siano utilizzati per creare servizi stabili e certi: dagli asili nido, al doposcuola, all’incremento di aree verdi e per lo sport protette in città, al sostegno allo splendido lavoro che stanno compiendo i volontari dei beni comuni cittadini, al progetti personalizzati di sostegno genitoriale per le famiglie fragili, a piani di formazione e inserimento lavorativo dedicati alle giovani donne e tutele del lavoro femminile concordati con le associazioni di donne. Voglio attuare una battaglia per la parità di genere, da un lato creando opportunità concrete di sviluppo, dall’altro attraverso progetti culturali e formativi. Obiettivo fondamentale è sconfiggere la cultura maschilista, che nei casi peggiori conduce alla violenza sulle donne, promuovendo una formazione scolastica ed extra scolastica obbligatoria per educatori, assistenti sociali e infine per studenti e studentesse sulla visione di genere della società, l’educazione sentimentale, il contrasto della violenza, del bullismo, delle discriminazioni di ogni tipo. I Centri Antiviolenza che l’assessorato alle Pari Opportunità ha incrementato in questi anni devono essere ripensati sulla base di una progettazione partecipata e un affidamento triennale perché tra espletamento del bando e ritardi nell’invio da parte di Governo e Regione del fondo 119 per il sostegno della rete antiviolenza le donne rischiano di restare senza punti di riferimento. Grazie alla dedizione delle operatrici che continuano ad offrire volontariamente il servizio e che ringrazio per la loro dedizione le donne non sono abbandonate a se stesse, ma chiaramente va trovata una soluzione definitiva e vanno moltiplicate le case alloggio per donne vittime di violenza e discriminazione.
Il Comune dovrà essere parte sempre più propositiva e attiva nello strutturare insieme alle
associazioni di donne progetti condivisi e auto sostenibili di inserimento lavorativo per le vittime di violenza e di tratta, le donne sole senza casa e le trans. In questo senso in Campania abbiamo esempi magnifici quali Le Lazzarelle o le Ghiottonerie di Casa Lorena.
Questa è la mia idea di una città per le donne fatta dalle donne che sarà spiegata in modo esteso nel programma politico che sto redigendo e per la quale chiedo alle donne impegnate
suggerimenti e contributi. Lazzarelle Bistrot nasce all’interno della Galleria Principe in un bene comune messo a bando dal Comune di Napoli grazie alla cooperativa Le Lazzarelle diretta da Imma Carpiniello che opera nel carcere femminile di Pozzuoli con un progetto di torrefazione del caffè che permette alle donne di imaparare un mestiere ed essere poi reinserite nel mondo del lavoro. Sono oltre 70 le donne che la cooperativa ha seguito e formato dal 2010 all’interno del carcere.
(https://caffelazzarelle.jimdofree.com/bistrot-lazzarelle/)
Questi alcuni punti nodali del Focus La città delle donne fatta dalle donne della città del
Programma Politico:
● Promuovere una formazione scolastica ed extra scolastica obbligatoria per educatori e
assistenti sociali sulla visione di genere della società, l’educazione sentimentale, il
contrasto della violenza, del bullismo, delle discriminazioni di ogni tipo.
● Promuovere programmi specifici di formazione e inserimento lavorativo per le donne, in
particolare donne madri, donne di mezza età, donne sole, vittime di violenza, trans.
● Proseguire sull’;impegno per nidi e ludoteche comunali perché abbiano orari prolungati fino
alle 18 e perché lo Stato riconosca che i servizi educativi sono servizi essenziali e non a
domanda: questo darà ai comuni la possibilità di investire su assunzioni e qualità perché
bisogna costruirne e mantenerne sempre di più.
● Realizzare il welfare generativo e di comunità nei beni comuni attraverso la progettazione
e la gestione partecipata con le realtà sociali femminili del territorio.
● Stabilizzare servizi essenziali antiviolenza come i CAV anche grazie a progetti sostenibili di
reinserimento lavorativo.
● Moltiplicare i posti letto per donne vittime di violenza, trans.
● Promuovere a tutti i livelli: amministrazioni, aziende, pubblico e privato la cultura della
parità e dell’antiviolenza.
● Sostenere con appositi bandi e start up l’imprenditoria femminile.
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