SAN TAMMARO – Apertura del Real Sito di Carditello in occasione della Festa dell’Ascensione, sabato 3 e domenica 4 maggio. Anche quest’anno, per la seconda volta consecutiva, si celebrerà la festa dell’Ascensione nella reale tenuta borbonica di Carditello, presso il Comune di San Tammaro a pochi chilometri dalla Città di Capua, festa a cui assisteva Ferdinando IV di Borbone con la corte e con la partecipazione di tutta la popolazione della tenuta e dei paesi vicini.
Per tutta la durata della manifestazione sarà possibile accedere gratis al parco e agli appartamenti, e su richiesta, previo pagamento di 1,5 euro a persona, sarà possibile avvalersi dell’aiuto di operatori didattici laureati in Conservazione dei beni culturali. Le visite guidate saranno effettuate sabato e domenica dalle ore 09:00 alle ore 13:00, per poi riprendere dalle ore 15:00 alle ore 19:00, e avranno una durata di circa trenta minuti. Compito degli operatori didattici sarà quello di rende più facilmente leggibile la struttura e le sue funzioni che altrimenti sarebbero difficilmente individuabili, visto lo stato di conservazione del sito. Nel weekend sarà allestito il “Mercato delle Erbe” dove sarà possibile acquistare prodotti DELL’ARTIGIANATO LOCALE Ed ENOGASTRONOMICI, inoltre sarà possibile visitare una esposizione di fotografie di Alfredo Bonanno. Sabato 3 alle ore 17.00 sarà celebrata la messa all’interno della cappella. L’apertura straordinaria del sito sarà possibile grazie alla disponibilità del Consorzio di Bonifica Generale
del bacino inferiore del Volturno in collaborazione con il raggruppamento di imprese CARDITELLO.IT. Per informazioni e prenotazioni: www.carditello.it – 339 5725909.
La Tenuta di Carditello, considerata per decenni come luogo di svago per la famiglia reale e la sua corte, in realtà era una vera e propria azienda. Al suo interno fu impiantata una azienda agricola che oltre alla
cura degli allevamenti di pregiate razze equine, si era specializzata nella produzione di prodotti agricoli e caseari.
Sorto alla fine del XVIII secolo è un complesso architettonico in stile neoclassico, progettato dall’allievo di Vanvitelli Francesco Collecini, già impegnato nella realizzazione del Belvedere di San Leucio. Da un nucleo
di strutture preesistenti si ricavarono lo stallone, la scuderia, le abitazioni dei vaccari, la stalla delle bufale, la torre per la manipolazione dei latticini e il granile. Ai due lati del casino furono costruite otto torri utilizzate come abitazioni per gli abitanti del sito. Gli apparati decorativi del corpo di fabbrica centrale sono opera di Jacob Philip Hackert e allievi, già impegnati per la decorazione pittorica della Reggia di Caserta. Attraverso due scale simmetriche si accede al piano superiore, con l’ampio salone reale e alcune camere da letto. Nel 1861, con l’Unità d’Italia, il sito fu abbandonato e cadde lentamente in rovina. Durante il corso degli
anni ’20 del Novecento fu prima donato all’Opera Nazionale Combattenti, poi divenne un deposito militare e, infine, passò all’Ente Fascista per i Miglioramenti Agrari. Risale, invece, al 1948 l’acquisizione prima da
parte del Consorzio di Bonifica Calvi, Carditello e zone aggregate e, quattro anni dopo, al Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno, attuale proprietario del sito. Dal 1968 a oggi, si sono succeduti alcuni interventi di restauro, ma il più rilevante risulta essere quello del 2002, concretizzato grazie ai fondi Lotto del Ministero per i Beni e le attività Culturali. Attualmente il sito versa, comunque, in precarie condizioni, soprattutto dopo la lunga serie di furti perpetrati ad opera di
ignoti nel corso degli ultimi decenni.
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