giovedì 19 Settembre 2024
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Dopo il ‘ciclo lettone’ la CARMEN del tenore Raffaele Sepe potrebbe approdare in Giappone se …

Quando una situazione si ripresenta con frequente regolarità, la cosa potrebbe venire a noia. Alla stregua di un disco rotto, di una litania, di un refrain insopportabile … il tutto ad alimentare i valori dello stress che già di suo non manca mai!

Naturalmente a questa gratuita premessa ci sono le dovute eccezioni. Una la conosciamo noi e si configura nell’arte. Nell’arte della musica; del canto lirico; dei grandi palcoscenici internazionali; dalle prelibate esibizioni di un giovane emergente; di una carriera che va a gonfie vele; di un tenore che sta bruciando le tappe … insomma, che va nella direzione di Raffaele Sepe!

Un talento che va sbocciando in tutto il suo splendore a seguito di ore ed ore di studio giornaliero coi migliori ‘maestri’ nazionali ed esteri, a secondo del luogo dove il nostro ‘gioiello’ pianta tenda. Dopo i primi passi al conservatorio – dove ebbe accesso ad appena 17 anni contro ogni regolamento che prevedeva l’ingresso alla maggiore età – il volo in America, nel Connecticut, a forgiare la sua internazionalità a seguito di un concorso vinto. Poi l’approdo alla scuola teatrale di Bologna e l’interpretazione dei personaggi più importanti della ‘Boheme’, ‘La Rondine’ ‘Tosca’, ‘Werther’, ‘Carmen’…

E proprio il riferimento a quest’ultima opera ci sentiamo di farlo rientrare nella premessa iniziale, poiché il nostro tenore, con l’opera di Biset, il prossimo venti aprile toccherà le cinque repliche. Certamente non male! Non male se si comprende il perché dell’eccezione che conferma la proverbiale regola. Semplice a dirsi! Perché il RAFILUS piazzollese ogni volta ha trasmesso nuova linfa al personaggio maschile principale, quel passionale di Don Josè che ispira canto e recitazione con l’adrenalina sempre ai livelli di guardia, al punto da fargli guadagnare l’appellativo di ‘animale da palcoscenico!’.

La ‘Carmen’ prossima a venire, chiuderà il ciclo lettone del Sepe, svoltosi al ‘Latvian National Opera’ di Riga prima con a fianco l’artista svizzero/canadese Nora Sourouzian e poi – adesso saranno ben tre volte! – con la mezzosoprano polacca Malgorzata Panko, anche se il debutto ne avvenne al teatro comunale di Bologna con Anna Malavasi.

“E’ vero, i responsabili del teatro in Lettonia hanno avuto fiducia in me ed io non posso ringraziarli solo a parole, ma ho l’obbligo di ricambiare la loro stima con delle prestazioni eccellenti”, afferma convinto Raffaele Sepe. “Ogni volta, infatti ho cercato di dare al personaggio un’impronta sempre nuova, spesso variando il canto, altre lo stile recitativo, rendendolo di volta in volta più appassionato oppure con una vena di romanticismo che il Don Josè non avrebbe come caratteristica principale. Nella prossima messa in scena mi servirò di tutte le esperienze precedenti e conto di trasmettere al pubblico che finora ha sempre riempito il teatro, una interpretazione memorabile, da ricordarsi!”.

Sulla stessa falsariga si esprime la Carmen/Panko, che con Raffaele ha raggiunto un’intesa perfetta. “E’ vero – ci confida l’artista polacca – tra noi c’è un’ottima sintonia. Ci conosciamo bene e per questo io so a memoria il suo modo di recitare e di cantare, i suoi tempi, e questo ci aiuta molto. Inscenare la Carmen è il sogno di ogni mezzosoprano, perché la parte richiede doti fisiche oltre che canore. Carmen è una gitana, balla sempre in scena e, praticamente vi è presente pressoché dall’inizio alla fine. A fine spettacolo si esce stremate ma contente, soddisfatte, raggianti … e questo ripaga di tutti i sacrifici e dell’impegno che una ha dovuto mettere nelle prove”.

Riga è stata per Sepe una vetrina esposta alla massima attenzione della critica internazionale, poiché a seguito delle sue validissime performance, gli sono giunte, per la stessa opera e personaggio, offerte di lavoro non da poco. La più eclatante e ambiziosa viene dal Giappone, anche se gli eventi disastrosi noti a tutti potrebbero far slittare l’evento.

Ma lui non se ne rammarica più di tanto. “E’ vero, dover rinunciare a questa opportunità prevista per settembre, è poca cosa di fronte al dolore ed al lutto che ha colpito il popolo nipponico, tra il quale ho tanti amici”, si rattrista Raffaele. “Per un artista le occasioni ci saranno sempre, ma per chi ha perso la vita, i propri beni, le persone care … e col rischio che la nube tossica che sprigiona dalle centrali danneggiate, con le sue radiazioni faccia danni ancora più irreparabili … siamo veramente nel dramma. Ecco, se fosse possibile portarvi la ‘Carmen’, come previsto al settembre prossimo oppure più tardi, sarei contento ed emozionato nel considerarlo un segno di rinascita, di ripresa, di ritorno alla normalità”.

E si, come non essere d’accordo! Comunque, correndo il rischio di apparire cinici, artisticamente parlando la Carmen giapponese prevederebbe la partecipazione di artisti di fama mondiale quali Nino Surguladze ed altri sia della ‘Scala’ di Milano che del teatro di Bologna. “Io – conclude Raffaele Sepe – farei la ‘cover’ del più grande tenore vivente. Parliamo di Jonas Kaufman. Fare il suo ‘secondo’ sarebbe per me un onore, uno stimolo ed un incoraggiamento alla mia carriera, che, per come si sta sviluppando, non potrei chiedere di più!”

E intanto studia e attende di cimentarsi in nuovi concorsi. Si sveglia e studia; mangia e studia; guida e studia; chatta e studia!!! Tempi duri per i tenori! Quelli dotati e di successo, naturalmente. I quali, per mantenere il bioritmo giusto, s’immergono in una dorata clausura. Scelte di vita che, comunque, seguono a doti fuori dal comune. Eccellenze da non bruciare con comportamenti foderati di pressappochismo. Perché se no, l’Altissimo da lassù ‘Si piglia collera!’.

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