giovedì 19 Settembre 2024
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Donare il cordone ombelicale, ecco come e dove è possibile

CUNEO. Quest’anno circa 10.000 mamme italiane hanno depositato in banche straniere le cellule staminali del cordone ombelicale dei propri figli. Nettamente in aumento rispetto agli anni precedenti. Nel solo Piemonte si è registrato, negli ultimi tre mesi, un incremento del 50%. Questo quanto è emerso da un incontro promosso a Caraglio (CN) dal Lions Club Busca e dalla Genico, una società privata impegnata anche in Italia nella raccolta delle staminali da cordone. Nel nostro Paese infatti, la gestione del sangue placentare, come per ogni altro tipo di sangue, è affidata esclusivamente a strutture pubbliche e non ne è consentita la raccolta per uso autologo, la conservazione cioè, per il proprio figlio sano. E’ possibile solo tramite banche estere, dietro autorizzazione del Ministero della Salute. Ma donare il cordone ombelicale a una Banca pubblica è un generoso gesto di solidarietà perché questo sangue contiene un particolare tipo di cellule staminali denominate “ematopoietiche” che generano tutte le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e sono quindi preziose per i trapianti e per la cura di diverse malattie quali le leucemie, i linfomi, la talassemia e alcune gravi carenze del sistema immunitario. Ciò è possibile perché le cellule staminali non essendo ancora “differenziate” in organi o tessuti specifici e, avendo la caratteristica di riprodursi in maniera quasi illimitata, possono dare origine, e sostituire, tutte le cellule malate del sange. Ecco perché sono così utili. Purtroppo però nel 2007, su circa 570mila nascite nel nostro Paese solo 2.500 sono stati i campioni di sangue cordonale raccolto e conservato nelle strutture italiane. Al contrario è stato esportato all’estero, in biobanche private, il doppio dei campioni. E’ da precisare però che, anche nell’ambito della donazione pubblica, è prevista la raccolta del sangue placentare cosiddetto “dedicato”, vale a dire conservato esclusivamente per quel bambino o quella famiglia nella quale già esiste una patologia riconosciuta suscettibile di potersi giovare dell’uso di cellule staminali. L’augurio però è che, aldilà di questi casi, nelle mamme non prevalga la scelta di conservare il sangue placentare per il proprio figlio sano in attesa di un “eventuale” uso autologo perché nel frattempo molti altri bambini, che invece ne hanno bisogno ora, non ne possono usufruirne. La donazione, tra l’altro, è assolutamente sicura e nella provincia di Napoli i centri di raccolta sono tanti. A Napoli: gli Ospedali Fatebenefratelli, Incurabili, S. Paolo e Villa Betania; le Cliniche Ruesh, Tasso, Villa Alba e Villa del sole. Ad Avellino: Ospedale Moscati. A Benevento: Ospedale Sacro Cuore Fatebenefratelli. A Capua: Ospedale Palasciano. A Caserta: Ospedale S. Sebastiano. A Castellamare di Stabia: Ospedale S. Leonardo. A Ischia: Ospedale Rizzoli. A Maddaloni: Ospedale Generale e Clinica S. Michele. A Vico Equense: Ospedale Civile. A Salerno: Ospedale S. Maria dell’Olmo Cava Dè Tirreni e Ospedale Amico “G. Fucito” Mercato S. Severino.

Ferdinando Gaeta

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