venerdì 22 Novembre 2024
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Disabile denuncia il Comune: “Non ha eliminato le barriere”

SANT’ANASTASIA. Un Piano che era fermo, seppure approvato, da due anni. Oggi per smuovere le acque in materia di disabilità ci ha pensato un cittadino anastasiano, Gianluca Di Matola, che ha presentato un esposto alla Procura di Nola contro il Comune di Sant’Anastasia reo di non avere adottato il P.E.B.A. (piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche).

“Siccome”, spiega Di Matola, 37 anni, su Facebook, “si dice che talvolta siamo buoni solo a chiacchierare, a scrivere sui social, è opportuno far sapere che si è disposti pure ad andare oltre quando ci sono da affermare diritti sacrosanti che le istituzioni preposte continuano ad ignorare”.
Di seguito il testo della sua querela:
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola
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Il sottoscritto Gianluca Di Matola, residente in Sant’Anastasia (Na), espone quanto segue:
Premetto di essere una persona diversamente abile con una percentuale di invalidità pari al 100% costretto ad utilizzare la sedia a rotelle in quanto disabile non deambulante.
In data 14 dicembre 2014 ho presentato presso il Comune di Sant’Anastasia una richiesta scritta avente ad oggetto l’attuazione dei P.E.B.A. (piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche).
Tale richiesta è stata discussa dal Consiglio Comunale in data 16 dicembre 2014 nell’ambito di una seduta pubblica ed è stata accettata all’unanimità ma, ad oggi, non è stato dato alcun seguito alla stessa e nulla è stato fatto.
Devo, perciò, amaramente evidenziare, a distanza di oltre un anno, l’immobilismo e l’indifferenza delle Istituzioni Locali nel mantenere fede ai propri impegni morali, sociali e di legge.
Invero, a causa dei miei problemi e del disagio che la malattia mi reca, ho più volte sollecitato il Comune di Sant’Anastasia ad attuare dei piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche senza, però, ricevere mai risposta.
Rappresento che i P.E.B.A. sono stati introdotti con la Legge nr. 41 del 28 febbraio 1986, ed il Comune di Sant’Anastasia, a distanza di tanti anni, non si è ancora conformato alla normativa esistente, in particolar modo all’art. 32 comma 21 che recita testualmente:
“Per gli edifici pubblici già esistenti non ancora adeguati alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, numero 384, dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dalla entrata in vigore della presente legge.”
Allo stato delle cose, è evidente, un’accentuata discriminazione nei confronti di persone che come me soffrono un elevato disagio sociale, ma ancor più, è evidente, dunque, un’omissione di atti di ufficio da parte di chi avrebbe dovuto dare attuazione alla Legge 41/1986 o quanto meno fornire una minima comunicazione e giustificazione sulle eventuali ragioni di tale ritardo.
Purtroppo tale problematica, ha già diversi precedenti giurisprudenziali. Ne segnalo uno in particolare relativo ad una sentenza del Pretore di Firenze del 13 dicembre 1989, con la quale fu riconosciuta «l’omissione o rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 del Codice Penale e LS 28 febbraio 1986 n. 41 art. 32) per il Sindaco» responsabile di non aver «varato ed approvato il Piano di abbattimento delle Barriere Architettoniche per i portatori di handicap negli edifici pubblici entro il termine di un anno dall’entrata in vigore della legge n.41/86»
È importante che i cittadini, al di là dei problemi personali vissuti, si facciano parte attiva e tutelino i propri diritti soprattutto in quei contesti in cui le istituzioni che ci amministrano appaiono poco interessate o per nulla preoccupate di quelle che sono le loro responsabilità morali e sociali davanti ad evidenti mancanze ed omissioni.
Tanto premesso, si chiede che siano effettuati i dovuti accertamenti per individuare il colpevole o i colpevoli e si sporge formale denuncia – querela nei confronti di colui il quale o coloro i quali hanno indebitamente omesso atti del proprio ufficio e chiedo altresì, che l’Ill.mo Procuratore della Repubblica, esaminati i fatti come esposti in narrativa, eserciti l’azione penale nei confronti di tutti coloro che riterrà responsabili dei fatti esposti in narrativa.
Chiedo di essere sentito per fornire ulteriori elementi di prova a supporto di quanto sopra detto.
Chiedo sin d’ora di essere informato, ai sensi dell’art. 408 comma 2 c.p.p. dell’eventuale richiesta di archiviazione, nonché ai sensi dell’art. 406 comma 3 c.p.p. dell’eventuale proroga delle indagini”.

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