Diario di una kemionauta. Ironia e sagacia testimonianza di una giovane donna che ha vinto il cancro.
di Emilia Ferrara
Ho avuto l’onore e il piacere di poter intervistare Maura Messina, autrice del libro “Diario di una Kemionauta” edito dalla casa editrice partenopea Homo Scrivens. Ho conosciuto Maura Messina grazie a facebook, una di quelle amicizie vere e durature, che non sono solo contatti. Ho letto il suo diario rapidamente. Il libro conduce il lettore per mano, attraverso un mondo che a molti fa paura, ma chi come la Messina è stato “costretto” a farci i conti lo affronta senza poter pensarci troppo. L’autrice con la sua l’ilarità e viva intelligenza ha affrontato con la forza di un leone il male. Tante istituzioni e personalità del mondo dello spettacolo hanno ricevuto il libro. In particolare uno dei messaggi tra i più belli è pervenuto dal Cardinale Crescenzio Sepe “Ho apprezzato il tuo modo leggero e simbolico di affrontare la chemioterapia, frutto non di ingenuità, ma di profonda speranza ed ottimismo. Alimenta sempre questi sentimenti, attingendo forza e fiducia soprattutto dal rapporto personale e costante con Dio”.
Il diario di una kemionauta ha ottenuto varie premiazioni il 10 gennaio 2015 premio “La giornata della cultura” Città di Saviano IV edizione per prestigiosi meriti culturali, con la motivazione: Maura Messina, autrice e protagonista del “Diario di una kemionauta” una straordinaria esperienza autobiografica, in cui racconta la sua personale lotta al cancro vissuta nella Terra dei Fuochi, “barcolla ma non molla”, ha un nemico duro da sconfiggere, usa ogni mezzo per guardare in maniera positiva al futuro. Ciò che preme all’autrice è portare un messaggio di speranza e di vita. Il 3 maggio 2015 premio Pulcinellamente, Sant’Arpino XVII rassegna di teatro-scuola. La motivazione: Per la grande forza e speranza che trasmetti. Infine, ma non per ultimo il 24 luglio 2015 medaglia del Comune di Napoli, Sindaco Luigi De Magistris per l’impegno civile. Ha ottenuto anche vari patrocinio morale, in particolare: dal Cardinale Crescenzio Sepe, dalla Presidenza della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli e dal Comune di Villaricca.
In maniera velata e con la giusta ironia intelligente ha raccontato molte situazioni e avvenimenti dolorosi. Cosa le dava più fastidio nel periodo che ha vissuto come una “kemionauta”?
La domanda è difficile… forse il fastidio maggiore era legato a quella che nel libro chiamo “sindrome da fenomeno da baraccone”. Una “sindrome” legata al fatto che nel periodo da kemionauta mi sentivo al centro di sguardi conditi da malcelata pietà. Probabilmente questa riflessione è frutto di una mia indisponibilità di quei giorni, ma avvertivo il peso di alcuni occhi.
Capisco la sensazione ed è davvero molto fastidiosa, ma trovo la sua definizione di “fenomeno da baraccone fighissima”
La ringrazio… a ripensarci è divertente
Cosa ascoltava e cosa le piaceva fare durante quel periodo?
Ho sempre ascoltato musica preferibilmente rock. In quel periodo in particolare Ligabue, Caparezza, David Garrett, Skunk Anansie, Muse, Bob Marley e molti altri. Mi piaceva in quel periodo tenermi in allenamento con la mia fidata spinbike oppure dedicarmi all’artigianato e all’arte del riciclo. Ricordo che trovavo sempre qualcosa da riciclare. E poi come ben sa scrivevo, scrivevo molto. Un aneddoto divertente: qualche volta giocavo con i Lego.
Dicono che è liberatorio dire parolacce, spero che lei ne abbia abusato in quel periodo.
La lingua napoletana in questo è stata una preziosa alleata, ci sono parolacce che dette nel modo giusto sono molto liberatorie, non nego che ho dovuto ricorrere a volte al “repertorio”, ma senza esagerare.
Qual è il suo rapporto col tempo e dell’attesa, è cambiato?
Il mio rapporto con il tempo è cambiato drasticamente, adesso temo di sprecarlo e sono giunta a quella saggezza tipica degli anziani, sa quelli che dicono che “ad una certa età non si ha più tanto tempo e quindi non vale la pena impiegarlo per attività che non ti interessano veramente”.
L’attesa invece è stata una palestra per allenare la pazienza. Ho imparato a gestire i tempi “morti” e a tentare di riempirli in qualche modo.
Cara Maura, rileggendo il suo libro, non ho fatto altro che sorridere e riflettere tanto. La sua arte di “alleggerire” è una virtù innata?
Le dirò che non sono stata sempre così, da bambina ero una personcina che definirei un po’ “pesante”. Credo siano stati i miei genitori ad aiutarmi ad alleggerire questo aspetto del carattere. Lo hanno fatto attraverso il loro modo di vedere la vita e l’educazione che mi hanno impartito.
Li ho visti affrontare i problemi con grinta e determinazione, non si sono mai abbattuti e ho semplicemente cercato di seguirne l’esempio.
Nella tsua meravigliosa dedica, mi ha scritto “Facebook ha un senso”, facebook è uno strumento a volte a fiato…. Lei come lo vivei?
Ho un rapporto conflittuale con i social in generale. Ne apprezzo le immense potenzialità, la possibilità di entrare in contatto con persone che altrimenti non avrei mai incontrato, come è successo con lei. Di contro a volte provo una forte ostilità perché ha dato voce a tanti animi impregnati di odio, razzismo e assurdità che non riesco nemmeno a leggere.
Con il permesso dell’autrice riportiamo l’inizio del “Diario di una kemionauta”
“4/7/2012
Eccomi atterrata su questo nuovo pianeta… all’apparenza sembra tutto uguale a prima se non fosse che qui vige una regola ferrea: “Bisogna stare attenti, attenti!?!” Cosa vorrà mai dire? Intendo attenti ai microbi, ai batteri, a ciò che si mangia a chi ci viene a trovare… in poche parole “Attenti, attenti”.
Oggi è stata la mia prima seduta, è andata meglio del previsto. Il mio braccio sinistro dopo un po’ ha fatto i capricci e per spirito di condivisione ha ceduto l’ago con relative flebo al braccio destro che sorridente ha ringraziato bonariamente. Durante queste ore avevo Ligabue, nell’orecchio sinistro, lo smartphone in grembo e una voglia matta di fare pipì. Alla fine sono finita in bagno con il trespolo, i tubi e tutto l’occorrente che serve a me kemionauta provetta. Per migliorare la mia uniforme mi hanno proposto di impiantare il port… mi hanno detto che è un modo innovativo di inserire un nuovo buco nella mia persona. Io sono positiva e con ottimismo ho risposto: perché no? In fondo, se vogliono che provi tutte le novità, non mi pare educato non accettare. Dopo tre ore il mio turno in astronave è finito. Ho abbandonato la mia postazione e… se ne parla tra appena due settimane. Per chi se lo stesse chiedendo io sto bene”.
Maura Messina (Napoli 1985), dimostra fin da bambina un’autentica passione per il disegno. A quindici anni incontra Amleto Sales, da cui impara a dipingere a olio su tela. Nel 2011 si laurea con il massimo dei voti in Design per l’Innovazione, e pubblica la tesi Napoli città di scarto su aiapzine (osservatorio internazionale di design). Il percorso formativo la avvicina al mondo della comunicazione e del design. Progetta così alcuni lavori di communication design, loghi, poster, pannelli pubblicitari, e partecipa attivamente a numerosi contest nazionali e internazionali. Nel 2012 si occupa dell’esecuzione di un ampio murales per una scuola primaria a Quarto (Napoli), e negli anni dipinge numerose scenografie su teli per recite scolastiche. Si dedica alla realizzazione di presepi e piccole miniature; dall’estate del 2013 si avvicina alla ceramica, guidata anche in questo caso dall’amico/Maestro Amleto Sales. Ha partecipato ad alcune mostre collettive, tra cui si ricorda quella di pittura “Incontri Pittorici” presso la Domus Ars Centro di Cultura a Napoli, nell’ottobre del 2013. Nel 2014 è tra gli artisti chiamati a esporre alla mostra “La Terra dei Fuochi”, presso il Real Sito Belvedere di San Leucio, Caserta.
Ph Rosario Schettino.
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