Scisciano. Una demolizione che non era passata inosservata, quella del palazzo storico De Falco per il quale si erano mobilitati soprattutto i colleghi di Scisciano Notizie, oggi la Procura ha disposto il sequestro del cantiere. In particolare, stamattina i militari della Stazione carabinieri di San Vitaliano (agli ordini del maresciallo Vinicio Pesapane), hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Nola su richiesta della Procura, riguardante il complesso edilizio residenziale che si stava realizzando a Scisciano in via Cesare Battisti. Cantiere che riguarda, appunto
l’abbattimento di un antico fabbricato già esistente e la ricostruzione di 38 appartamenti di cui su internet si possono trovare numerosi rendering e notizie per l’acquisto.
Una indagine complessa compiuta dagli uomini del maresciallo Pesapane e coordinata dalla Procura che oggi giunge ad un punto importante, purtroppo tardi per salvare il palazzo di interesse storico. “L’articolata attività di indagine posta in essere e tutt’ora in corso di espletamento”, spiega in una nota il procuratore Arturo De Stefano, “consistita in sopralluoghi ed esame di documentazione urbanistica e amministrativa – ha consentito di acquisire gravi elementi indiziari circa la sussistenza di rilevanti difformità dello stato di fatto degli immobili realizzati rispetto agli strumenti urbanistici vigenti nonché circa la legittimità dei titoli abilitativi rilasciati, tutt’ora in corso di accertamento essendosi ipotizzata, allo stato delle indagini, l’esecuzione di interventi di demolizione di un fabbricato di interesse storico con successiva ricostruzione, estranei ed anzi addirittura in netto contrasto, con l’esigenza di una corretta ed ordinata pianificazione del territorio comunale.
L’adozione di provvedimento cautelare è stata dettata dalla necessità di impedire che la prosecuzione dei lavori presso il cantiere edile in oggetto, potesse comportare sia un significativo aumento del carico urbanistico comunale derivante dall’incremento volumetrico accertato sia la compromissione della tutela paesaggistico-ambientale della zona mediante un’attività edificatoria sulla stessa in contrasto con le prescrizioni dello strumento urbanistico, in tal modo protraendo ovvero aggravando le conseguenze del reato per cui si procede”.
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