SOMMA VESUVIANA. Il deputato di Forza Italia Mauro d’Attis ha presentato già il mese scorso una interrogazione, cofirmata dall’esponente azzurro Paolo Russo, in commissione attività produttive al ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro del Lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo per sapere cosa intendano fare per scongiurare il rischio chiusura degli stabilimenti industriali del gruppo Dema.
“Il gruppo Dema – dicono d’Attis e Russo – opera nel settore delle costruzioni aeronautiche in tre stabilimenti siti del Sud talia, Somma Vesuviana, Benevento e Brindisi, e per evitare di dover chiudere, per tutelare i 700 posti di lavoro, ha varato nuovi investimenti e un piano di rientro per ridurre la propria esposizione debitoria. Il piano è stato accettato da tutti i soggetti creditori tranne l’Inps. Di fronte ad una probabile grave crisi occupazionale abbiamo chiesto un intervento del Governo nei confronti dell’Inps per modificare la posizione assunta”.
“Ad oggi – sottolineano i deputati – nulla è cambiato e l’Inps non ha ancora accettato il piano di rientro proposto da Dema. Senza un accordo con l’istituto l’attività dei tre stabilimenti sarebbe costretta a cessare, con la consegna dei libri in tribunale, con la conseguenza che oltre al mancato rientro dei crediti vantati da Inps, si aggiungerebbero ulteriori spese a carico dello Stato per finanziare gli ammortizzatori sociali per i circa 700 lavoratori. Di fronte a tale sconcertante vicenda in cui un ente pubblico prende una posizione che causa di fatto il fallimento di una eccellenza, che genera occupazione e un considerevole indotto economico nel Sud, è incomprensibile l’inerzia del governo”.
“Ci auguriamo dunque che il prossimo 20 ottobre quando il governo risponderà alla nostra interrogazione, ci indicherà chiaramente che provvedimenti intenda assumere e quale sia la strada da intraprendere per evitare un ulteriore dramma economico nel mezzogiorno che, più del resto d’Italia, sta subendo la crisi causata dall’emergenza Covid. Sarebbero inaccettabili tentennamenti e rinvii, è l’ora di agire per tutelare quel che c’è di buono nel nostro Paese”, concludono.
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