Il governo studia la possibilità di azzerare l’Iva su pane e pasta e ridurla dal 10 al 5% su carne e pesce. Lo ha confermato la vice ministra dell’Economia Laura Castelli. “E’ un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro – ha detto a Radio 24 a chi le chiedeva se nel decreto aiuti si stia ragionando a queste ipotesi – si stanno valutando i costi di entrambe le misure e soprattutto quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani, interverremo in questo senso nel decreto di luglio”.
“Stiamo riassestando in queste ore il decreto (di luglio ndr), le risorse che vengono dall’assestamento sono di più, stiamo contando perché l’aumento dei tassi di interesse erode un po’ queste risorse, ma non è una misura in deficit come tutti i decreti che abbiamo fatto quest’anno”, ha spiegato Castelli, precisando che 12-13 miliardi sono una “cifra possibile, molto vicina alla realtà” e sottolineando che “se non fosse caduto il governo probabilmente avremmo fatto questo decreto di luglio e anche altri interventi prima della legge di bilancio”.
LE RICHIESTE DEI CONSUMATORI -“Si all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta, ma la misura deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari, perché non basta intervenire solo su tali beni”. Lo afferma il Codacons, commentando in una nota le dichiarazioni della viceministra dell’economia Laura Castelli su un possibile intervento del governo sull’Iva di pane e pasta. “L’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo, e rende necessario un intervento che abbracci tutti i beni alimentari”, spiega l’associazione. “Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4%. Coinvolti dagli aumenti dei listini – continua l’associazione – anche frutta, verdura, latticini, olio, acqua, tutti beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno, e per questo si rende indispensabile un intervento volto ad abbattere l’Iva e riportare i prezzi al dettaglio alla normalità”. Nella lista degli aumenti annui dei prezzi degli alimentari di giugno 2022 del Codacons spiccano anche l’olio di semi con un aumento del 68,7%, il burro del 28,1%, la farina cresciuta del 20,6%, pomodori del 19,4% e ancora frutta fresca del 10,8% di cui solo le pesche sono aumentate del 18,4%. Vengono toccati tutti i prodotti anche lo zucchero che cresce del 9,5%, il pesce fresco del 10,3%, perfino le acque minerali che salgono del 8,2% come l’olio di oliva, e il caffè con un aumento del 6%.
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