lunedì 25 Novembre 2024
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De Falco: “Urge agevolazione TARI per le attività commerciali”

Somma Vesuviana. Un aiuto, previsto dal Governo, e che aiuti concretamente le attività commerciali che hanno risentito della crisi dovuta alla Pandemia. A farne richiesta è Crescenzo De Falco, presidente Aicast, che ha scritto al sindaco, all’assessore ai Tributi e ai funzionari del Comune.

“Considerando il particolare momento di crisi delle aziende colpite dalle chiusure forzate di questi mesi”, scrive De Falco, “dalle deroghe, dal protrarsi dell’inattività post emergenza; la mancanza dei presupposti tecnico-economici per una piena ripresa; le condizioni di peggioramento dei redditi familiari, risultati dalla pandemia da virus Covid-19 che ha reso necessari nuovi provvedimenti di limitazione della normale operatività delle attività
economiche anche nell’anno 2021; le difficoltà delle attività economiche più colpite da questa ulteriore fase di restrizioni;
riteniamo doveroso rivolgere alle S.V. calorosa richiesta che, oltre alle agevolazioni previste nel decreto Sostegni bis, che ha già previsto la riduzione della Tari e per la quale sono stati stanziati 600 milioni di euro per le agevolazioni alle partite IVA maggiormente interessate da provvedimenti di chiusura o
restrizioni nell’esercizio dell’attività, oltre alle agevolazioni previste dal recente decreto ristori bis per le attività economiche che sono state chiuse e per quelle che hanno avuto limitazioni causa di sostanziale riduzione dell’attività (bar, ristoranti, pub, pasticcerie, gelaterie), possiate apportare una corposa agevolazione sulla TARI dovuta per il 2021 per le utenze non domestiche,
La richiesta di agevolazione punta a rendere meno gravoso il peso del Fisco sulle imprese, per attenuare l’impatto finanziario della crisi causata dall’emergenza epidemiologica, non essendo esclusa la possibilità di ulteriori interventi da parte del singolo Ente locale, considerato che i Comuni possono concedere riduzioni alla Tari 2021 anche in misura superiore alle risorse assegnate, avvalendosi di risorse proprie o risorse assegnate e non utilizzate nel corso del 2020.
La nostra richiesta di ulteriori agevolazioni è scaturita dal principio comunitario “chi inquina paga”, che in questa innovativa accezione implicherebbe che chi produce meno rifiuti è automaticamente
tenuto a pagare meno il servizio, ed è chiaro ed evidente che gli effetti della crisi sono stati causa dei mancati conferimenti dei rifiuti in quanto strettamente collegabili alle chiusure. Considerato che le agevolazioni richieste sono teoricamente ricomprese nell’ampia potestà concessa ai Comuni dall’articolo 1, comma 660, della legge 147/2013, che consente dal 2014 ai Consigli
comunali di introdurre con regolamento riduzioni non necessariamente connesse soltanto alla produzione dei rifiuti, ma anche allo scopo sociale, con l’unica imposizione che le riduzioni stesse siano finanziate
con risorse derivanti dalla fiscalità generale e che il mancato gettito non sia ripartito sulle altre utenze”. Da queste considerazioni scaturisce anche il suggerimento a chi governa a Palazzo Torino.
“Ci risulta che, nell’ambito di questa potestà, molti Comuni hanno già previsto di concedere alle utenze non domestiche colpite dalle chiusure degli scorsi mesi, diverse agevolazioni”, aggiunge il presidente Aicast, “ad esempio introducendo una percentuale di riduzione superiore a quella prevista nell’art. 107 del decreto “CuraItalia” 24 aprile 2020 n. 27, sia della parte fissa che della parte variabile della tariffa, in misura anche
superiore al 25% già previsto per il 2020 dall’ ARERA Autorità competente in materia (Delibera
158/2020). Le valutazioni comunali in materia tendono, infatti, a tener conto dell’effettivo carico fiscale gravante su tali attività puntando a delineare, anche a prescindere dagli obblighi imposti dall’autorità
competente, misure che assicurino requisiti minimi di efficacia e coerenza degli sgravi a favore di attività non domestiche colpite dalla crisi non esistendo, come suddetto, alcun divieto di procedere in maniera più generosa, con risorse derivanti dal bilancio dei Comuni, al fine di beneficiare le utenze in difficoltà
economica provocata dall’emergenza sanitaria da Covid-19″.

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