giovedì 28 Novembre 2024
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De Falco (Prc): “Ecco perchè mi dimetto dall’Arin”

Somma Vesuviana. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Domenico De Falco, nella quale comunica le dimissioni dall’Arin.

Sono passati 8 mesi dall’insediamento del Consiglio di Amministrazione dell’Arin nel quale sono stato nominato dal Sindaco del Comune di Napoli, su indicazione di Rifondazione Comunista e dalla Federazione della Sinistra.
Nel corso di questo periodo, così come programmato all’atto dell’accettazione, ho dato il mio contributo affinché si potesse arrivare alla trasformazione della Spa in Azienda Speciale.
Grazie al lavoro svolto insieme al Gruppo Consiliare e al Tavolo Tecnico, istituito su nostra proposta, siamo riusciti a far approvare dalla Giunta Comunale la delibera che avviava questo percorso. Purtroppo, la sentenza 325/10 della Corte Costituzionale lo ha interrotto e non ci ha lasciato altra possibilità che lavorare per evitare l’entrata di privati nell’Arin utilizzando la deroga prevista dal famoso (e famigerato) art. 23bis.
A nostro avviso, si poteva fare di più sia immettendo nello statuto dell’Arin ulteriori elementi di più ampia partecipazione e controllo istituendo, per esempio, un Comitato di Controllo di cui avrebbero potuto far parte lavoratori e cittadini. Cosa, tra l’altro, prevista in molti statuti di società a controllo analogo. Ma si poteva anche, una volta acquisito il risultato dell’affidamento in house, “forzare” e affidare il servizio ad un’Azienda speciale. Sarebbe stato un segnale politico fortissimo che avrebbe alimentato il dibattito sull’acqua e aiutato, sicuramente, la spinta positiva verso l’affermazione dei referendum.
Avevamo proposto queste azioni ma, purtroppo, la situazione a dir poco critica nella quale si è venuta a trovare l’Amministrazione Comunale in questi ultimi mesi, ci ha chiuso ogni possibilità di intervento mancando il necessario riferimento politico. Qualsiasi azione è destinata a fallire visto che sono venute a mancare le condizioni minime per portare in Consiglio Comunale alcunché.
Inoltre, il Comune nella qualità di Socio è completamente assente dalla vita dell’Arin e delle sue controllate. Questo, probabilmente, è il frutto di una concezione delle aziende partecipate errata e “privatistica” che va assolutamente combattuta e cambiata ricordando, in primis, che stiamo parlando di beni comuni.
Allo stato attuale, ritengo che il mio compito all’interno del CdA dell’Arin sia terminato e di non poter dare più alcun contributo rispetto all’obiettivo prefissato. D’altra parte, è necessario concentrare l’impegno sui Referendum che sono fondamentali per il futuro dell’acqua e della democrazia. E’ per questo che ho rassegnato le mie dimissioni.
Il mio vuole essere anche un gesto a supporto di una concezione diversa e più “pubblica” del ruolo di Amministratore di un’azienda partecipata. Un amministratore, cioè, dovrebbe essere nominato sulla base di un obiettivo e dar conto alla cittadinanza di quanto fatto. Detto in altri termini, le cariche non devono essere concepite come “una poltrona” ma come un impegno nei confronti della città. Spero che le mie dimissioni siano da esempio anche in questo senso.
Colgo l’occasione per ringraziare quanti in questi mesi mi hanno dato fiducia e mi sono stati vicini. Ringrazio in particolare Rifondazione Comunista che mi ha dato questa opportunità e i compagni che mi hanno sostenuto. Ringrazio anche i lavoratori dell’Arin e di Netservice con i quali si è stabilito un rapporto, oltre che di lavoro, anche di stima reciproca. Si tratta quasi sempre di persone competenti e serie in grado di dare, a mio avviso, un contributo notevole allo sviluppo dell’Azienda Pubblica che, come ci auguriamo, si dovrà costruire dopo la vittoria dei referendum.

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