Lo scrittore oplontino entra nel cast di “Pompei – La serie” come consulente per gli aspetti investigativi e coreografo per le scene d’azione
Dalle scene noir delle pagine allo scintillio delle scene tv: Giovanni Taranto, giornalista e scrittore oplontino, padre letterario del Capitano dei Carabinieri Giulio Mariani, varca i confini della narrativa per approdare nel mondo della produzione seriale. Dopo il successo della trilogia dedicata all’ufficiale dell’Arma, Taranto è ora parte del team della fiction “Pompei – La serie”, in un connubio tra letteratura e cinema che promette di accendere i riflettori sul territorio vesuviano. In questa intervista esclusiva, l’autore svela retroscena, ambizioni e il ruolo chiave di un’antica passione marziale nel costruire ponti con la Vulcano Film.
Com’è avvenuto questo incontro fatidico?
Dobbiamo ringraziare CortoDino, il festival dei “corti” dedicato a Dino, Luigi e Aurelio De Laurentiis. – spiega Taranto – In occasione dell’ultima, recente edizione svoltasi a Torre Annunziata, gli organizzatori della Associazione Culturale No Profit ESSEOESSE hanno avuto l’intuizione di invitare il cast della fiction, gli esponenti della Vulcano Film e me nella medesima serata. Lì abbiamo potuto creare il primo aggancio. Insomma, il deus ex machina di questa cosa è stato il presidente di ESSOESSE, Filippo Germano. Ma una ulteriore scintilla è scoccata anche grazie alle arti marziali…
In che senso?
Quando ci hanno presentati, un componente dello staff della Vulcano Film mi ha guardato a lungo con una certa curiosità. Poi mi ha riconosciuto senza ombra di dubbio: era stato mio allievo di Taekwondo forse trent’anni fa o giù di lì. A quel punto l’ho riconosciuto anch’io e questo ha creato un clima molto familiare, in cui si è inserita con grande savoir faire anche la mia agente, Carla Fiorentino. In un paio d’ore lo staff della Vulcano e io eravamo come vecchi amici. In seguito hanno letto il mio ultimo romanzo, “Mala fede”, pubblicato, come i suoi predecessori, da Avagliano Editore, poi qualche mio racconto. E in breve ci siamo ritrovati a ragionare su come lavorare insieme…
Quale sarà ora il suo impegno con la Vulcano Film?
Il mio ruolo principale, su richiesta del regista, Vincenzo Coccoli, è quello di consulente per quanto riguarda gli aspetti investigativi, giudiziari e processuali degli eventi narrati. Inoltre, come Grand Master di Taekwondo (Unitam – Endas/Coni), sarò anche coordinatore e coreografo delle scene d’azione. E avrò un ruolo anche nel team di sceneggiatori, tutti molto bravi.
A cosa state lavorando ora?
Non posso dire molto, ovviamente. Come è noto, è in preparazione la seconda stagione della fiction “Pompei”. La prima, distribuita da Cecchi Gori, è su “prime video”, ed è andata molto bene. Per questa ulteriore stagione i protagonisti principali saranno quelli riconfermati della prima, ma è stato avviato il casting per parti da co-protagonista, figuranti speciali, figuranti e comparse. In pochissimi giorni abbiamo avuto più di quattromila adesioni. Ora ci saranno due intense settimane di provini. Poi si andrà verso i primi ciack.
Come si trova in questo nuovo mondo?
In oltre quarant’anni di carriera ho potuto affrontare molteplici aspetti della narrazione: giornalismo di cronaca, investigativo, inchieste, TV, radio, scrittura satirica, favole, racconti, e infine i romanzi. Il giallo oggi è il mio genere. Scrivere per la sceneggiatura mi mancava, e devo dire che mi piace. Inoltre il team della Vulcano Film è giovane, dinamico ed entusiasta. Un clima e un ambiente in cui mi sto trovando molto bene. Spero di fare un buon lavoro.
Questo suo nuovo impegno può far presumere che potrebbero arrivare sullo schermo le indagini del Capitano Mariani?
E’ presto per poter avere queste certezze. E si tratterebbe di progetti molto, molto impegnativi. Ma di sicuro poter entrare in questo mondo è un passo importante. E sia “Mala fede” che i suoi predecessori, “Requiem sull’ottava nota” e “La fiamma spezzata” potrebbero certo fornire buon materiale sceneggiabile. Del resto la prima trilogia di Mariani era stata premiata al Vesuvius Film Festival proprio come “opera letteraria più sceneggiabile”.
Insomma: mai dire mai?
Sono cose che hanno bisogno di tempo, fondi e occasioni per poter maturare. Ma ci sono tanti altri modi per cominciare e mettere le fondamenta per qualcosa di più sostanzioso.
Tra consulenze investigative, coreografie d’azione e sceneggiature, Taranto naviga con entusiasmo in questo nuovo universo, portando con sé il bagaglio di una carriera poliedrica. Se l’adattamento delle indagini del Capitano Mariani resta un sogno ancora in incubazione, la collaborazione con “Pompei” getta semi concreti per future sinergie. Con oltre quattromila aspiranti comparse già in attesa e un team giovane al fianco, l’autore conferma: nel mondo della fiction, come nel giallo, è l’imprevisto a scrivere le trame più avvincenti.

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