La costa del Vesuvio è al collasso sanitario. I cittadini, esasperati dalla chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Boscotrecase, hanno organizzato una fiaccolata per venerdì 26 gennaio. La marcia partirà dal campo sportivo di Torre Annunziata e terminerà alla Basilica della Madonna della Neve.
L’emergenza sanitaria non riguarda solo Boscotrecase, ma anche i comuni limitrofi di Castellammare di Stabia e Torre del Greco. Nonostante la presenza di Pronto Soccorso in questi comuni, le strutture sono sottodimensionate rispetto all’aumento dei pazienti, raddoppiato da quando l’ospedale di Boscotrecase è stato trasformato in un Covid Hospital.
L’ospedale di Boscotrecase avrebbe potuto dedicare solo un’ala ai pazienti Covid, ma l’edificio non è ancora completato. Questa situazione era stata denunciata già 40 anni fa da Giancarlo Siani sulle pagine del Mattino, che evidenziava ritardi e sprechi.
A causa di queste scelte di malagestione sanitaria, molti cittadini sono stati costretti a ricorrere ai Pronto Soccorso degli ospedali limitrofi. Molti di loro non sono più tornati a casa, a causa del traffico congestionato per raggiungere queste strutture sanitarie, dei lunghi tempi di attesa per essere visitati e della mancanza di reparti di medicina di urgenza-emergenza adeguati a gestire un così alto numero di pazienti.
Nonostante fosse stata garantita la riapertura del Pronto Soccorso di Boscotrecase con la fine della pandemia, nulla è stato fatto. Costosi macchinari erano stati acquistati per far diventare l’ospedale un DEA di primo livello, ma tra bugie e rimbalzi di responsabilità tra Regione e Governo, i cittadini continuano a piangere i propri cari che non sono più tornati a casa.
Dopo la manifestazione del 13 gennaio, a cui hanno partecipato quasi 5mila persone, venerdì 26 ci sarà una nuova fiaccolata. I rappresentanti del Movimento “Ce avite accise a salute” preannunciano che le iniziative non si fermeranno e che il livello dello scontro sarà pari a quello dell’esasperazione per quello che stanno subendo da anni i cittadini del comprensorio torrese-boschese: è stato tolto loro il lavoro, i servizi essenziali, gli spazi di aggregazione, e ora rischiano di vedersi sottratto anche il diritto costituzionale alla salute.
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