Sostenere i bambini e le famiglie alle prese con le difficoltà di relazione che, con la pandemia in atto e con il conseguente sconvolgimento degli stili di vita, rischiano di acuirsi provocando gravi condizioni di disagio destinate a ripercuotersi negativamente non solo sull’ambiente domestico ma anche sui percorsi scolastici, culturali e sociali.
Ecco perchè dopo un’attenta analisi dei bisogni emersi nei 14 comuni dell’Ambito sociale N23 di cui Nola è capofila si è proceduto all’assunzione di 9 educatori che entreranno nelle case per aiutare genitori e figli a superare crisi e conflitti e a sostenerli nelle nuove modalità di apprendimento imposte dal Covid.
I minori per i quali si renderà necessario il supporto delle figure specializzate sono 120. Un numero che testimonia l’importanza del progetto che i sindaci dell’Ambito hanno deciso di avviare con le risorse del Pon – Inclusione, il programma operativo nazionale che contrasta la povertà e la marginalità sociale con misure e servizi innovativi.
Il servizio educativo territoriale proseguirà fino a dicembre e ad intervenire, in casi di maggiore difficoltà, sarà anche una equipe multidisciplinare.
“In un momento di grande disorientamento è doveroso da parte nostra – spiega il sindaco di Nola Gaetano Minieri – attivarci per stare al fianco delle famiglie e soprattutto dei minori che sono i più penalizzati dai provvedimenti che il virus ci ha imposto di adottare per prevenire i contagi e tutelare la salute delle nostre comunità. Ci rendiamo conto che limitare, per causa di forza maggiore, il contatto umano e le occasioni di socializzazione rappresenta un grande danno, destinato a diventare irreparabile quando sussistono già condizioni di fragilità. È per questo motivo che gli aiuti materiali, pur essendo necessari, da soli non bastano. Nella fattispecie fare in modo che nelle case di chi non ha la possibilità arrivino tablet e computer è solo una parte dei più complessi interventi che un welfare attento al benessere dei cittadini deve mettere in campo”.
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