venerdì 22 Novembre 2024
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Coronavirus. La lettera in redazione: “Ecco la dignità degli avvocati”

NAPOLI. Dall’avvocato Rachele Gianniello riceviamo una lettera che di seguito pubblichiamo.

Chi scrive è un Avvocato che, in questi giorni di incertezze ed angoscia, ha prestato ascolto alle parole pronunciate dalle Istituzioni, ed ha seguito tutte quelle che, nate come indicazioni, sono poi diventate norme da rispettare per il bene proprio e della comunità intera.
Nelle scorse settimane, noi Avvocati abbiamo ascoltato il Presidente del Consiglio dei Ministri dire che il Governo avrebbe adottato misure a tutela di TUTTI i cittadini.
Abbiamo sentito, poi, il Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza ed ASSISTENZA Forense parlare di misure irridenti, e contemporaneamente chiedere agli iscritti di non turbare la sua serenità con richieste via pec, ed infine dichiarare di non poter movimentare i soldi degli iscritti, e tanto per tutelare il loro futuro.
Arrivato, infine, il Decreto “Cura Italia”, quel decreto che avrebbe dovuto tutelare TUTTI i cittadini, non abbiamo trovato una sola parola per noi Avvocati, ed ancora oggi la Cassa di ASSISTENZA forense non ha speso in favore degli iscritti una parola seria e rispettosa. Ancora oggi non ha adottato misure straordinarie e che non si prendano gioco dell’intelligenza degli iscritti.
Il minimo comune denominatore di tutti gli interventi di cui innanzi è stato l’eco muta della parola DIGNITA’: Siate dignitosi nell’attesa di un qualche caritatevole provvedimento. Abbiate dignità e non turbate la serenità di noialtri. Siate dignitosi e non lamentatevi. Abbiate dignità e pensate alla sofferenza di chi ha avuto una perdita.
Ebbene, vorrei raccontarVi lo stato d’animo di un Avvocato che, dignitosamente, negli ultimi giorni prima della tanto agognata sospensione delle udienze, si è recato in Tribunale per onorare la sua professione, e, nonostante i protocolli disposti al fine di prevenire il contagio da Covid-19, nonostante le sciorinate udienze ad orario fisso, si è ritrovato, dignitosamente, ad attendere in un corridoio, per quasi tre ore prima di discutere la sua causa, al contempo ha dovuto leggere uno scritto, alla porta dell’aula di udienza accanto, che lo avvertiva che se avesse tardato di soli 15 (dignitosi!) minuti rispetto all’orario stabilito si sarebbe visto rinviare la causa ex art. 631 c.p.c. INDEROGABILMENTE.
Vorrei raccontarvelo quel dignitoso stato d’animo, ma non so farlo.
Mi piacerebbe saper raccontarVi dello stato d’animo di un Avvocato che, con dignità, nelle stesse ore in cui imperversava la paura del contagio, ha sentito un rappresentante delle Istituzioni offendere la categoria di cui fa parte (gli Avvocati sono come un disco rotto) per il solo fatto che i suoi Colleghi insistessero, dignitosamente, per l’adozione di misure a tutela della salute di tutti.
Eh già, di TUTTI, e non solo di ALCUNI!
Mi piacerebbe seperlo raccontare quel dignitoso stato d’animo, ma non so farlo.
Vorrei almeno immaginare di riuscire a spiegarVi lo stato d’animo di un Avvocato che, con tutta la sua dignità, si imbatte nella assurda insensibilità delle Istituzioni. Lo stato d’animo di un Avvocato che, paradossalmente, è costretto a dover difendersi, per ricordare che anche la sua salute è importante.
Per raccontarVi quello stato d’animo potrei ricordarVi quanto successo nei primi momenti di agitazione per la paura di contagio da Covid-19, quando per provare a tutelare la nostra salute, noi Avvocati siamo stati costretti dalle Istituzioni a ricorrere ad uno strumento che non rappresenta nulla di dignitoso, e che aborriamo: l’astensione.
Uno strumento che ha come unico risultato un danno per lo stesso Avvocato che vi ricorre, ma al quale, nell’ultimo periodo, chi nelle aule di giustizia siede dall’altra parte della scrivania, ha fatto ricorso in maniera insensata, sconsiderata e priva di buon senso.
Subito dopo la proclamazione della astensione da parte di O.C.F., noi Avvocati abbiamo dovuto leggere dichiarazioni, provenienti da diverse Presidenze dei Tribunali Italiani, che rappresentavano in vario modo – illegittimamente ed in assenza di qualsivoglia competenza dichiarativa sul punto – la nullità della astensione proclamata dalla Categoria.
Con sovrumana dignità abbiamo manifestato il nostro disappunto verso quelle, imbarazzanti ed inaccettabili, dichiarazioni.
Ciò nonostante, solo l’intervento del Governo ha posto rimedio, tramite uno sconsolato rappezzo, a questo strappo desolante e vergognoso: la sospensione delle udienze, la chiusura dei Tribunali, lo stop ad ogni attività.
L’epidemia era ormai dilagante.
Adesso sforzatevi di capirlo quel dignitoso stato d’animo di chi sente di non avere al suo fianco le Istituzioni, di chi sa di dover combattere non solo contro la paura di un contagio, ma anche contro la tracotanza di un sistema malato.
Ora, anche il nostro dignitoso lavoro si è fermato, anche per noi Avvocati la vita è cambiata, anche noi stiamo vivendo nell’incertezza e nel timore di ciò che succederà domani.
Eppure niente, silenzio, noi non esistiamo.
Come si fa a raccontare lo stato d’animo di chi per lo Stato non esiste?
Si, perché Noi Avvocati non esistiamo quando abbiamo bisogno di sostegno, non esistiamo quando i diritti da difendere sono i nostri e non quelli degli altri.
Non esistiamo né per il Governo, al quale pure versiamo le tasse, né per la Cassa alla quale, a queste condizioni, sembra che, obbligati, regaliamo i nostri soldi.
Oggi, però, vi ricordiamo che non potete fare appello, in sottofondo, alla dignità di noi Avvocati per sperare di farci abdicare ai nostri diritti.
La dignità è condizione ontologica dell’uomo.
La dignità esiste perché esiste l’essere umano.
La dignità non può essere scissa dalla condizione di essere umano.
La dignità non può prescindere dai diritti che vengono riconosciuti alle donne ed agli uomini, dalle tutele che vengono apprestate a garanzie di quei diritti.
Attendiamo, dignitosamente, interventi a sostegno anche di noi, donne ed uomini, Avvocati, perché, in questo stato di cose, la parola DIGNITA’ sulla bocca di noi Avvocati non avrà un’eco muta!
Napoli, lì 20.03.2020
Avv. Rachele Gianniello

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