CASTELLAMMARE DI STABIA. Parliamo di Stabiae, ma concretamente. Martedì 29 dicembre, alle 18,30, nella sala Annibale Ruccello del cine-teatro Montil, la ProLoco Castellammare di Stabia ha organizzato in collaborazione con il Comitato Scavi di Stabiae un incontro sulle prospettive di sviluppo dell’area archeologica dell’antica Stabiae.
Ma c’è una novità. Consiste nella formula utilizzata per affrontare una tematica spesso intrisa di luoghi comuni e perlopiù sbilanciata sul magnificare il patrimonio posseduto trascurando l’aspetto della sua fruizione, come risorsa culturale, da parte di cittadini e visitatori, e della valorizzare nel contesto socioeconomico stabiese.
Sono perciò previsti una piccola serie di interventi, a partire dalla descrizione dei siti archeologici a cura di Giuseppe D’Angelo del Comitato Scavi di Stabiae. A seguire, una ricognizione sul suo utilizzo attuale, in termini di presenze, visibilità, accessibilità, a cura di Maria Rosaria De Simone della ProLoco. Antonio Ferrara, giornalista di Repubblica, indicherà le competenze istituzionali dei vari Enti: Comune, Regione, Soprintendenza, Ministero, che a vario titolo hanno la responsabilità degli interventi di manutenzione, sviluppo e fruizione delle risorse. Maria Stella Pisapia, archeologa, indicherà come Stabiae si colloca nel contesto archeologico artistico e culturale, nazionale ed internazionale. Infine Enzo Longobardi, manager di sviluppo locale, interverrà sulle modalità di gestione della risorsa archeologica dal punto di vista del marketing territoriale.
La ProLoco organizzando questo incontro intende dare un contributo razionale e di conoscenza, sotto vari aspetti, tutti importanti, necessari per fornire una vision complessiva della tematica.
“Sarà il punto di partenza – assicura Gino Coppola, presidente della ProLoco – per azioni di supporto e di pungolo affinchè si proceda nella direzione della reale valorizzazione e sviluppo dell’Antica Stabiae.”
In agenda: 29 dicembre 2015, ore 18,30, Cine-Teatro Montil, sala Annibale Ruccello: “Prospettive di rilancio del patrimonio archeologico dell’Antica Stabiae”.
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