VOLLA. Crisi in maggioranza. Salta il consiglio comunale in prima e seconda convocazione, il sindaco è furente con la sua coalizione di centrosinistra ma non cede: “Non mi dimetto ma settembre convocherò un consiglio comunale nel quale chiederò la fiducia: sarà allora che si deciderà sulle mie dimissioni e in tal caso si andrà al voto”, fermo, deciso, lapidario il sindaco Angelo Guadagno (Pd), nella sua esternazione, resa a caldo l’altra sera.
Parole dette, infatti, queste del sindaco a pochi minuti dalla constatazione della mancanza del numero legale da parte della maggioranza per svolgere il consiglio comunale in seconda seduta.
Anche la prima convocazione, infatti, quella del giorno precedente, giovedì 24 luglio, era andata deserta a causa della mancanza del numero legale dei consiglieri di maggioranza. Mancano un po’ tutti dal Pd, il partito di maggioranza, ai consiglieri della lista civica e qualche indipendente. Il consiglio era stato convocato per discutere di alcuni debiti fuori bilancio. Aria di crisi, dunque, e mal di pancia nel Pd o con tutti gli alleati della coalizione di centrosinistra. Niente affatto. Uno per volta tutti smentiscono la rottura con il sindaco Guadagno. Nessuna crisi politica. A partire dal democrat Viola, capogruppo Pd in maggioranza che raggiunto al telefono ha semplicemente dichiarato la sua impossibilità di presiedere al consiglio “per motivi di lavoro”: “Sono un medico e sto lavorando”. Idem il giorno prima. Il segretario della sezione locale del Partito Democratico, Giovanni Esposito: “Ma quale crisi – dice Esposito – non diciamo sciocchezze, non c’è nessuna crisi politica, alcuni consiglieri sono in ferie – spiega – e altri sono al lavoro”. Nessuno sgambetto, dunque, almeno da parte del Pd, che conta ben 5 consiglieri nella maggioranza, ma solo una concatenazione imprevista e casuale di eventi, tale che hanno fatto saltare per due giorni di seguito il consiglio comunale: “Per quanto ci riguarda – prosegue il segretario del Pd – non abbiamo fatto nessuno sgambetto al sindaco, il nostro partito è chiaro non usa questi mezzucci. Il sindaco è sempre libero nelle sue scelte, il Pd non impone nulla né vuole però che gli si imponga qualcosa”. Nessun mal di pancia tra il Pd e il primo cittadino ma resta comunque una ferita aperta tra Guadagno e gli altri alleati, a partire dal suo partito: “Sono stato proprio io mesi fa a chiedere al sindaco una verifica politica – chiarisce il segretario Esposito – che per una serie di cose non si è ancora conclusa”. Anche da parte degli indipendenti pare non ci sia stata nessuna premeditazione, o, volontà di far fallire le due convocazioni del consiglio di ieri e l’altro ieri: “Nessuna questione politica. Sono un medico – dice l’indipendente Maria Rosaria Buonocore – e purtroppo all’ora della convocazione dell’assise ho dovuto effettuare una constatazione di decesso ad un mio assistito, fatto, dunque, verificabile e del quale ho avvisato il sindaco”. Per quanto riguarda la posizione politica dei tre indipendenti Luigi Petrone, Giovanni Ricco e la consigliera Buonocore, il sindaco deve portare a termina la verifica politica iniziata lo scorso gennaio: “Ribadiamo i punti del nostro documento: rimpasto della Giunta, cambio dei metodi dell’amministrazione e stabilire le priorità di questo paese. Non pretendiamo deleghe”.
Infine l’opposizione. Qui il banchetto di nozze è servito: “Un fallimento del sindaco – dice Andrea Viscovo – a questo punto la logica vorrebbe che il primo cittadino si dimettesse perché è chiaro che non rappresenta più questa cittadinanza”. “E’ chiaro che seppur in maniera silenziosa sindaco e giunta sono stati sfiduciati dalla maggioranza e dal suo principale partito il Pd”, dice Pasquale Petrone Udc.
Per ora, dunque, il sindaco pare si sia “scaldato” per nulla: tutti i suoi alleati escludono la crisi politica. Si vedrà a settembre: entro il 30 ci sarà l’approvazione del bilancio e allora sì che tutti i nodi verranno al pettine. Intanto il braccio di ferro tra Guadagno e la coalizione è partito, e i numeri in consiglio al momento non sarebbero a favore di Guadagno con un consiglio andato deserto “per motivi di lavoro”. Il messaggio degli alleati, dal Pd agli altri esponenti della coalizione, non è diretto ma è chiaro, “portare a termine la verifica politica”: il sindaco negli ultimi due anni ha perso qualche pezzo della sua giunta e il resto vacilla, un rimpasto sarebbe “l’atto dovuto” ma non concretizzato. Questo, insieme alla mancata realizzazione del Puc stanno destabilizzando l’amministrazione di centrosinistra di Angelo Guadagno.
fonte Il Mattino di Patrizia Panico ed. area sud-costiera
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