Il Governo giallo-verde ha approvato la legge di Bilancio che ha occupato il centro del dibattito politico italiano. Tante novità, soprattutto per le piccole imprese, che pare abbiano riscontrato un giudizio positivo di buona parte degli imprenditori italiani.
Abbiamo posto alcune domande ad Enrico Inferrera, Presidente di Confartigiantato Napoli.
Confartigianato Imprese è tra le organizzazioni italiane più rappresentative dell’artigianato e della micro e piccola impresa.
Enrico Inferrera, oltre ad essere imprenditore e Presidente Confartigianato Napoli è componente della Giunta Nazionale di Confartigianato Imprese, consigliere CCIAA Napoli nonché socio fondatore e attuale presidente di Central Fidi, Cooperativa di garanzia per facilitare e garantire l’accesso al credito della piccola impresa. Inferrera è inoltre presidente di Fidinrete, rete nazionale di Confidi aderenti a Confartigianato ed è nota la sua passione per la scrittura con due pubblicazioni che hanno ottenuto numerosi premi in tutta Italia, tra cui il romanzo “Vite bisestili” con diverse migliaia di copie vendute.
Con la Legge di Bilancio si è ampliata la platea dei fruitori degli incentivi della misura Resto al Sud. Buona cosa per il Mezzogiorno? Cosa si può migliorare ancora?
Molto positivo l’innalzamento fino a 46 anni dei limiti di età per accedere agli incentivi del 35% a fondo perduto e il restante 65% a tasso zero rimborsabile in otto anni. E’ una misura che ha destato molto interesse tra i potenziali fruitori e sulla diffusione corretta della quale stiamo lavorando per incentivare la creazione di piccole imprese. Da migliorare le procedure che gradiremmo fossero meno burocratizzate e più semplici premiando le buone idee, le capacità imprenditoriali e le competenze più che gli aspetti formali.
Con la “FlatTax” si estende il regime forfettario al 15% a chi fattura fino a 65.000 euro. Cosa ne pensa?
Misura gradita alla grande quantità di microimprese che si impegnano sul territorio: riduce la pressione fiscale e semplifica gli adempimenti amministrativi. Da considerare positivamente anche la misura che prevede dal 1 gennaio 2020, per le imprese con ricavi da 65.000 a 100.000 euro, l’applicazione di un’imposta sostitutiva al 20%. Infine, un grande successo dell’impegno storico di Confartigianato: la revisione del nuovo sistema tariffario Inail che prevede la riduzione dei tassi medi del 32,72%. Un provvedimento che permette di ridurre il costo del lavoro, elimina costi ingiusti e libera risorse per investimenti.
Appalti, si può procedere all’affidamento di lavori di importo fino a 150.000 euro mediante affidamento diretto. Cosa ne pensa al riguardo e perché?
Giusto applicare il criterio della territorialità nell’affidamento degli appalti e favorire l’accesso delle microimprese ai lavori e alle forniture pubbliche in attesa di una revisione complessiva del codice dei contratti pubblici che punti ad attuare lo Small Business Act. La misura permette, inoltre, di avviare un’azione capillare finalizzata alla manutenzione, fondamentale per mettere il Paese in sicurezza.
Potenziato il Piano straordinario per la produzione del Made in Italy. Opportunità per la Campania e per il Sud?
Saranno molte le opportunità per il nostro territorio se le nostre imprese sapranno valorizzare le eccellenze, quello che noi amiamo chiamare “Valore artigiano” che è un mix di competenza, creatività, tradizione e innovazione. La Campania deve saper cogliere l’occasione per fruire di questa grande occasione sia per il 2019 che per il 2020. Il vero Made in Italy è nell’artigianato, nell’accezione più ampia e più profonda del termine, nel “saper fare”.
Un suggerimento per il Governo. Di cosa hanno bisogno le imprese nel prossimo futuro?
Il suggerimento è di proseguire, rafforzandola, questa attenzione per la microimpresa che in questi anni ha sofferto maggiormente la crisi, diminuendo il costo del lavoro e la pressione fiscale, e, quindi, favorendo l’occupazione e la creazione di competenze. Una misura emblematica è il credito d’imposta per la formazione 4.0 che per le piccole imprese è del 50%, per le medie del 40% e il 30% per le grandi. Entro fine anno il Governo è atteso alla prova più difficile: trovare una soluzione per evitare gli aumenti dell’Iva previsti dalle regole di Bilancio. Sarà un banco di prova decisivo per non vanificare l’impegno dimostrato con l’impegno di invertire una tendenza che stava distruggendo la nostra economia e creando povertà diffusa incentrata solo sull’austerità.
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