domenica 8 Settembre 2024
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“Con Estate Ragazzi abbiamo creato movimento e allegria nella nostra periferia di Rione Trieste”

Volge al termine anche quest’anno l’esperienza estiva per bambini, giovani e adulti che la nostra comunità parrocchiale di Santa Maria di Costantinopoli ha proposto.
Un tempo assai prezioso nel quale ci siamo incamminati a riflettere sulle scelte che siamo chiamati a fare per vivere una vita preziosa. Scelte di servizio al prossimo, scelte di legalità e giustizia, scelte di comunicazione positiva e costruttiva che crea ponti di dialogo in un mondo troppo spesso, ricco di chiacchiere di divisione.
Le forze che quest’anno abbiamo investito, per questo cammino, sono davvero grandi e preziose. 180 i bambini dalla I elementare alla III media che hanno partecipato, circa 50 animatori di scuola superiore, università e adulti, che hanno accompagnato i bambini nella storia conduttrice, nelle attività, nei laboratori e nei giochi. Una squadra di volontari che ci ha aiutato a predisporre gli spazi necessari e le volontarie che si sono prodigate per la pulizia quotidiana degli ambienti. Dalle 16.00 alle 20.30 di ogni giorno feriale per un mese intero, gli spazi parrocchiali hanno accolto, la gioia e la spensieratezza dei bambini, e, insieme a loro, abbiamo tutti camminato per il sentiero di una vita felice.
Abbiamo vissuto un tempo di discontinuità nella solita routine di questa abbandonata periferia sommese: laddove il campetto comunale chiuso non crea aggregazione, grazie alla disponibilità di un privato ne abbiamo creato uno, seppur piccolo, aperto ai nostri bambini. Laddove i piccolini non hanno uno spazio sicuro dove poter giocare, proprio loro in questi giorni, si sono adoperati per realizzare un grande murales dove sorgerà, grazie al contributo del Parco del Vesuvio, una zona di giostre per i fanciulli. Abbiamo creato movimento e allegria nella nostra periferia, ricordando un po’ a tutti che la gioia nasce dallo stare insieme, dal camminare insieme.
La nostra esperienza ha avuto anche dei testimoni che ci hanno aiutato a capire le dinamiche del servizio, della legalità e della comunicazione attenta e libera (il comandante della locale Stazione dei carabinieri il maresciallo Libero Fiele, il sottocapo Aiutante della guardia costiera Gennaro Nicchia e il direttore
de La Provinciaonline la giornalista Gabriella Bellini, ndr) li ringraziamo del tempo che ci hanno dedicato. Abbiamo, poi, vissuto tre momenti belli e preziosi: la visita e la benedizione del nostro Vescovo Francesco, la giornata al parco del Grassano a San Salvatore Telesino e il momento di adorazione Eucaristica insieme alle nostre famiglie.
Papa Francesco, al numero 87 della “Evangelii gaudium” scrive: “Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo.” L’esperienza che la nostra Comunità sta portando avanti è permeata da questo pensiero del Papa e, i giorni che abbiamo vissuto insieme bambini, giovani e adulti ne è la testimonianza oggettiva.
Non mancano note dolenti a questi giorni di “grazia”, legati a chi non capisce che gli spazi parrocchiali, di proprietà della parrocchia, furono pensati e sono utilizzati per le persone e non per la sosta delle automobili. Certo, cambiare mentalità non è semplice, per questo noi ci impegniamo ancor più, perché chi viene dopo di noi non abbia la stessa grettezza di chi non guarda al di là del proprio naso.
d. Francesco Feola, parroco

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