domenica 22 Settembre 2024
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Coltivazioni al veleno a Polvica, la denuncia dell’associazione Rifiutarsi.

POLVICA. Sono passate 3 settimane dall’incendio del deposito chimico di Polvica è nessun comune si è degnato di rispondere alle nostre richieste e a quelle dei cittadini. È evidente che i sindaci di Nola, Tufino, Cicciano, Camposano e Comiziano stanno usando la classica tattica del “vuttamm a scurdà”.

L’unico a rilasciare dichiarazioni è stato il sindaco di Roccarainola, Raffaele De Simone, il quale ha affermato che non ci sono rischi per la salute della popolazione. Pausa di riflessione: ne siamo proprio sicuri?

Non bisogna dimenticare che il deposito chimico andato a fuoco sorge, o meglio sorgeva, in un’area di Polvica denominata località Difesa. Località Difesa è una zona già nota alle cronache giudiziarie. Dagli anni ’80 e fino al 2000, per ben 20 anni (!!), in quest’area sono stati scaricati rifiuti tossici e industriali in una cava a fossa chiamata Cava Difesa. La suddetta cava si trova a 100 metri dal punto dove sorgeva il deposito chimico andato in fiamme il 26 aprile.

La cosa più imbarazzante è che su Cava Difesa esiste una sentenza definitiva della magistratura del 2008. Nella sentenza si parla di 500 mila metri cubi di solventi chimici, residui di fonderia, metalli pesanti e numerosi bidoni, che non si è riuscito a capire cosa contengano, presenti sul fondo della cava. Il problema è che l’avidità dei “soliti ignoti” li ha portati a scavare così in profondità da mettere in contatto il fondo della cava con la falda acquifera. Prova ne è un laghetto, dall’aspetto innocuo, che compare ogni anno verso maggio per poi riscomparire verso settembre-ottobre.

Le indagini della magistratura hanno appurato che purtroppo non si tratta di un lago d’acqua piovana. Infatti, la superfice del lago è in costante movimento poiché in collegamento con la falda sotterranea.

Inoltre, la stessa acqua di falda, intrisa di sostanze tossiche, è usata dai contadini per irrigare i campi a valle. Il comune di Roccarainola si era offerto di bonificare il sito già nel 2006 ma ad oggi non è stata intrapresa alcuna azione di risanamento della cava.

Ora sapendo che i prodotti agricoli di Polvica hanno ormai assimilato le sostanze tossiche della nube del 26 aprile e che sono coltivati con acqua di falda inquinata, voi vi sentireste tranquilli nel portarli in tavola?

Ecco la foto della cava tossica:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=576988525655176&set=a.420297947990902.90529.371677006186330&type=1&theater

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