Si doveva tenere il 23 aprile l’udienza preliminare per decidere di una vicenda giudiziaria che nell’agosto di due anni fa sconvolse l’amministrazione comunale di centrodestra di Somma Vesuviana. Un procedimento che vede indagato il figlio del sindaco Raffaele Allocca, il giovane medico Celeste, e l’assessore all’Ambiente Lello Angri per concorso in concussione. Si doveva tenere, perché alla fine è stata rinviata. L’udienza sarebbe servita a decidere l’eventuale rinvio a giudizio dei due indagati, oppure il loro proscioglimento. Ma ad intervenire affinché questa delicata decisione non venisse presa in piena campagna elettorale è stata una provvidenziale “Colica renale con meteorismo, con una prognosi di cinque giorni”, di cui ha sofferto proprio Celeste Allocca. Così come attestato da un certificato medico firmato da una struttura sanitaria pubblica dell’Asl Napoli 1. L’udienza preliminare era fissata per le 9 al tribunale di Napoli, dinanzi al Gup Giuseppe Sepe che ricevuto il certificato ha accolto il “legittimo impedimento” dell’indagato a presentarsi in aula ed ha rinviato l’udienza al 18 giugno prossimo. Fin qui nulla di strano se non fosse che martedì mattina, fino all’ora di pranzo e nel pomeriggio, diverse persone hanno visto Celeste Allocca conversare tranquillamente con degli amici, e poi con alcuni candidati alle prossime elezioni (in schieramenti opposti a quelli in cui correrà il padre). Viene da chiedersi quale cura abbia permesso al giovane Allocca di rimettersi in sesto così presto, se soltanto poche ore prima non poteva neanche presenziare davanti al giudice. La vicenda che vede coinvolti Allocca e l’assessore (ancora in carica) Angri risale a due anni fa, quando gli imprenditori edili, Vincenzo ed Ernesto Sodano (all’epoca amministratore e socio di una ditta edile che più volte dal 2006 al 2009 ha lavorato per il Comune) decisero di presentare denuncia ai carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana raccontando di aver lavorato per l’Ente, spesso gratis, “avanzavano” infatti dalle casse comunali circa 120 mila euro. Allora fu Ernesto, che con il sindaco Allocca si era anche candidato nel 2008, nelle fila del Pdl a raccontare i fatti. “Mi chiese di presentarmi alle elezioni, l’ho fatto”, spiegò, “ma già in campagna elettorale sono cominciati i primi problemi. Il sindaco mi ordinò di fare lavori in via Cerciello, via Monte, altre cortine private, era un modo per raccogliere i voti, spendemmo circa 20mila euro. Il sindaco mi diceva, ‘stai vicino a me e poi per il futuro me lo vedo io’, così credevo che quelle opere fossero investimenti per il futuro. Da allora abbiamo incassato due trance di denaro, circa 18 mila euro, soldi che però il Comune ci doveva dal 2006”. Sui lavori dal 2008 in poi la richiesta di tangenti, fatta (stando al racconto dei due costruttori) dal figlio del sindaco. “Nel settembre del 2008 incontrai Celeste Allocca e Angri in piazza, e Celeste mi disse che la “matta” in mano adesso la teneva lui, se volevo continuare a fare la manutenzione per il Comune dovevo dare il 10% di ogni lavoro all’assessore. Alcuni conoscenti mi raccontarono che entrambi avevano detto che se noi non stavamo al nostro posto ci avrebbero mandato i ‘cani addosso’. Una frase che mi preoccupò tanto che decisi di pagare”. Il costruttore aggiunse che il figlio del sindaco gli chiese di “anticipare il 10% delle fatture ed io consegnai qualche giorno dopo all’assessore Angri, nei pressi della sua abitazione in via Caprabianca, 2500 euro”. Proprio questa tangente e la percentuale del 10% sono alla base dell’accusa.
DA METROPOLIS DEL 25 APRILE

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