Somma Vesuviana. In una città con migliaia di donne che godono dei diritti politici, e in quanto tali possono essere nominate assessori, il sindaco Pasquale Piccolo non ne ha trovata una.
Paradossale, ma vero. E’ questa, infatti, in sintesi la risposta che il primo cittadino ha fornito alla Prefettura che per ben due volte aveva chiesto chiarimenti riguardo il mancato rispetto della legge che garantisce le pari opportunità di genere nell’esecutivo. Un caso sollevato più volte dal Movimento 5 stelle fin da agosto scorso e con diverse missive inviate in prefettura. Ora a quelle missive è giunta anche una risposta del sindaco. Carteggio (composto di due lettere una del 5 agosto e l’altra del 23 febbraio spedite dalla Prefettura in Comune e la risposta di quest’ultimo datata 23 febbraio) che gli attivisti del M5s hanno reso pubblico ieri sera nel corso della loro riunione settimanale. Interessante la lettera di Piccolo: “La Giunta del Comune di Somma Vesuviana si compone di 7 assessori, attualmente è composta da 5 uomini e due donne la scelta è avvenuta in seguito ad una lunga istruttoria iniziata subito dopo il giuramento dello scrivente è tesa a garantire l’applicazione del principio di quote di genere. Nel corso della detta istruttoria si è proceduto preliminarmente a verificare la disponibilità da parte dei consiglieri di genere femminile ( 4 in tutto) per poi dopo tentare di acquisire la disponibilità allo svolgimento dell’attività assessorile da parte di personalità della società civile. Tra tutte le persone interpellate (insegnanti, libere professioniste) soltanto due si sono resi disponibili a ricoprire le cariche all’interno della Giunta. Risultati vani tutti i tentativi dovendo dare inizio ai lavori, atteso che era da più di 8 mesi che non c’era un governo della città per il decesso del sindaco, si è proceduto alla nomina degli assessori cercando di scegliere persone competenti, attive, e volenterose in modo particolare nell’ambito delle attività del terzo settore, dell’immigrazione e delle politiche giovanili. Sin dal primo giorno della mia elezione, l’obiettivo è stato quello di favorire il coinvolgimento del genere femminile in attività decisionali della pubblica amministrazione ed ha ragion del vero in uno dei primi consigli comunali è stata istituita la Commissione per le pari opportunità composta da cinque donne e due uomini di cui uno quale rappresentante della Arcigay. La stessa attenzione è stata posta per le presidenze delle commissioni permanenti, una delle più importanti (Servizi Sociali) è presieduta da un consigliere comunale di genere femminile”. Da qui poi la specifica che Piccolo fa riguardo alla normativa, in particolare la legge dice che la quota deve essere pari al 40%, arrotondando matematicamente, e dunque 3 assessori su 7 devono essere di genere diversi. A questo appunto lui replica così: “Ad oggi si è in assenza di una precisa ripartizione proporzionale di genere da parte del legislatore, ragion per cui nella formazione della giunta comunale non si ravvisa una totale disattenzione del disposto legislativo relativo alla rappresentatività di genere atteso che due componenti su sette dell’attuale giunta sono di genere femminile”. Dubbi a riguardo li esprimono invece i componenti del Movimento 5 stelle. Per loro invece la giunta sarebbe legittima e rispetterebbe in pieno la legge se la quota rosa fosse “aumentata” di un’unità.
DA CRONACHE DEL VESUVIANO DEL 25 MARZO
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