SANT’ANASTASIA. Riceviamo e pubblichiamo nota stampa dell’associazione Mir.
La commissaria Stefania Rodà, reggente straordinaria del Comune di Sant’Anastasia, fa murare i libri della biblioteca comunale (Centro polifunzionale “G.Siani” di via Madonna dell’Arco) allo scopo di ospitare alcune aule dell’Istituto “De Rosa” – che prima dovevano essere cinque poi diventano solo due – . Tutto questo accade mentre i cittadini sono distratti dallo spoglio delle schede per il voto comunale che, il giorno 22 settembre scorso, avrebbero dovuto eleggere il nuovo sindaco. La biblioteca, in men che si dica, viene infatti smantellata. La sala conferenze diventa ricettacolo di suppellettili di vario genere spostati dall’aula dove si svolgevano le attività di studio e di svago dei ragazzi a rischio di povertà culturale ed ambientale. “Un orrore più che un errore” commesso per poche decine di bambini a fronte di almeno duecento persone che si alternavano in quella struttura per svolgere i loro diversi progetti (disabili, ragazzi a rischio, non vedenti, studenti universitari). Chi vi scrive, volontaria dell’associazione Mir odv per i ragazzi a rischio, così commentava in un wthapp inviato al gruppo degli associati e poi sui social, dopo aver visto lo scempio che lì si commetteva.
” Mancano poche ore, forse minuti” scivevo . “Poi habemus sindacum. O ballottaggio che sia! E mentre nel paese si rincorrono voci, spesso contrastanti tra loro. E mentre gli uffici postali sono vuoti e le persone accalcate nei luoghi di attesa per il nuovo sindaco, accade l’inverosimile. Biblioteca comunale “G. Siani”. Ore 9:30. Cancelli chiusi e porte finestre spalancate. Nell’indifferenza generale, due giovani operai, inconsapevoli, alzano lastre di carton gesso davanti alla libreria per murare quei pochi ma preziosi libri di cui dispone il Centro Siani. Loro, (la commissaria o chi per essa del Comune) dicono per proteggere i libri dai bambini che occuperanno quella stanza quando diventerà un’aula scolastica. Proteggerli dalla cultura? Inaudito! Prima del Covid lì dentro e nell’aula a fianco (anch’essa destinata a classe) c’erano fior di giovani a preparare gli esami universitari. Ora una “dèpendance” dell’istituto comprensivo “Mario De Rosa”. Due aule soltanto. E per fare questo hanno commesso uno scempio. Privati tanti altri ragazzi – a rischio o meno, disabili o no – di poter vivere un luogo di aggregazione e di socialità che nell’età evolutiva sono necessari come il pane. Come vedrete nella foto la nostra roba giace inerme nella sala conferenze, al momento non utilizzabile. Anna Maria Livaldi (storica volontaria e coofondatrice della Mir) si affaccia dalla targa vicino alla porta con disappunto. Non ci sei più Anna Maria, ti sei risparmiata un dolore”!
Chi salverà i senza diritti?
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