Centro diurno per le dipendenze patologiche “Time Out” a rischio chiusura, appello a De Luca dei sindaci di Somma, Brusciano, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, San Vitaliano
SOMMA VESUVIANA. Un appello per evitare la chiusura del centro diurno per le dipendenze patologiche “Time Out” che si trova a Somma Vesuviana. A promuoverlo il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno e sostenuto anche dalle amministrazioni comunali di Brusciano, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, San Vitaliano che fanno parte dell’Ambito sociale N22 di cui Somma è capofila.
Oggi al municipio di Somma la riunione dell’Ambito alla presenza della responsabile delle Politiche sociali del Comune Jolanda Marrazzo, per firmare la lettera che è stata inviata al presidente della Regione Vincenzo De Luca, a sottoscriverla il vicesindaco Maria Vittoria Di Palma, il sindaco di Mariglianella Felice Di Maiolo, gli assessori di Marigliano Veronica Perna, di Brusciano Licia Mocerino, di San Vitaliano Aurora Spiezia.
Ecco di seguito il testo della lettera inviata al presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
Egregio Presidente,
Poche settimane fa una serie di lettere scritte a mano sono giunte alla nostra attenzione ed immediatamente per lo stile libero, semplice, pulito, sincero hanno carpito il nostro interesse.
Le abbiamo lette attentamente una alla volta, compenetrandoci nello sconforto di chi ci scriveva. Erano di mamme, fidanzate, mogli, amiche, figli di tossicodipendenti, che rientravano nel programma di riabilitazione e reinserimento sociale del centro diurno per le dipendenze patologiche “Time Out” a Somma Vesuviana.
Queste persone raccontavano con assoluta delicatezza, ma allo stesso tempo con parole intrise di dolore, del percorso dei propri figli, di quanto buio ci fosse stato nella loro vita, di quanto arduo fosse stato il loro impegno nell’aiutare i loro cari ad intraprendere una strada diversa da quella imboccata per errore, ma soprattutto rappresentavano la grande professionalità degli appartenenti all’equipe di psicologi, assistenti sociali del centro, del grande lavoro svolto nel tempo sui propri figli e purtroppo della interruzione imminente del servizio a partire dal 1 novembre 2017. Si tratta di persone che vivevano un grandissimo momento di sconforto e di difficoltà, un periodo in cui le speranze di un miglioramento erano quasi pari a zero e l’unica sensazione che li caratterizzava era solo un forte sconforto, vuoto, buio e tanta impotenza. Da tutte le lettere pervenutaci si evince con quanto amore queste persone siano state accolte dagli operatori del Centro e come grazie a loro essi siano riusciti a condividere ed affrontare ognuno le proprie difficoltà ma soprattutto come il centro sia riuscito a donare loro gioia, sorrisi, voglia di ricominciare a vivere e di riprendere in mano il proprio destino. Dalle loro parole si riesce ad immaginare il passaggio dalla disperazione che li affliggeva alla serenità successivamente raggiunta.
Il Centro Diurno “Time Out” nasce nel 2000, quale struttura intermedia semiresidenziale per il recupero dei tossicodipendenti, per ognuno dei quali vengono elaborati programmi socio sanitario e formativi individualizzati. Le strutture intermedie accolgono utenti che presentano particolari difficoltà, accedono a programmi personalizzati di accompagnamento che offrono attività di laboratori, animazione, di accompagnamento socio-riabilitativo, attività di reinserimento sociale e lavorativo, con progetti prevalentemente diurni o a breve residenzialità. Dal 01/01/2011 l’associazione il Pioppo ha ottenuto l’affidamento della “Gestione del servizio Centro Diurno per tossicodipendenti” ad eccezione dei Comuni di Acerra e Casalnuovo, per il Servizio Fasce Deboli della preesistente ASL NA 4, per il periodo di tre anni. Il centro è diventato un servizio integrato con l’ASL NA3 SUD ed opera da 17 anni sul territorio attraverso tutoraggio, informazione e prevenzione nell’uso di sostanze stupefacenti, attuando supporto psicologico e sociale, e realizzando percorsi di re/inserimento socio-lavorativo con la rete dei servizi del territorio. Le aree di intervento del Centro Time Out sono diversificate: dalla tossicodipendenza da eroina al trattamento del cocainismo, dal recupero degli alcolisti all’elaborazione di programmi per utenti in doppia diagnosi, dall’accertamento dello stato di tossicodipendenza, in collaborazione con i Ser.T. del territorio, agli invii selezionati in comunità terapeutiche residenziali.
Il Time Out è l’unica struttura intermedia del territorio dell’ASL Na3 Sud e rappresenta il tentativo di dare una risposta alla carenza di strategie di “presa in carico” che vadano oltre il tradizionale intervento ambulatoriale del Ser.T. ed il classico trattamento terapeutico residenziale della comunità. In esso nascono per coloro i quali lo frequentano delle vere opportunità ed è possibile intraprendere sia un percorso di disintossicazione impegnativo, sia “prendersi una tregua” dall’uso di sostanze e riflettere sulla propria vita. Il centro diurno Time Out non ha certo la “ricetta universale”, ma tenta di dare risposte ai bisogni ed ai vissuti delle persone, alle loro sofferenze ed ai malesseri, elaborando Programmi Socio Formativi individualizzati al fine di offrire il percorso più idoneo possibile alle esigenze, alle capacità ed ai talenti degli ospiti del centro. In sintesi, esso rappresenta un luogo di accoglienza dove si permetta alle persone di rapportarsi con se stessi, con gli altri e con la società in modo positivo senza necessità di ricorrere all’uso di sostanze. Il Centro Diurno è ormai diventato anche un punto di riferimento per la popolazione del territorio nel trattamento della tossicodipendenza. Infatti, ogni settimana sono numerosi i contatti telefonici per informazioni su cosa fare con familiari per i quali si sospetta l’uso di sostanze stupefacenti.
L’utenza complessiva che afferisce al Centro diurno è di circa 15 persone al giorno, di cui 10 in programma completo (dalle ore 8,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, il sabato dalle ore 8,30 alle 13,00) e 5 persone in programma ridotto (il lunedì ed il venerdì per praticare esami tossicologici e colloqui psicologici). Il numero degli utenti seguiti quotidianamente al centro diurno è rimasto abbastanza stabile, mentre quello degli utenti inviati in comunità si è ridotto progressivamente nel corso degli anni.
All’interno della struttura è possibile ammirare gli innumerevoli lavori realizzati dai ragazzi del Centro (pittura su vetro, icone, tegole, piccola falegnameria), frutto dei laboratori di manualità. Vengono svolti, altresì, laboratori di informatica, di audio video e scrittura creativa, attività di onoterapia, attività sportiva, di gruppi terapeutici e non, di colloqui individuali, di cineforum, di uscite territoriali, iniziative socio-culturali, manifestazioni ed eventi.
A questo punto è doveroso chiedersi perché deve essere sospeso il servizio? E quali spese comporta a livello pubblico il Centro?
Il Centro ha un costo annuo per l’ASL NA3 Sud di circa 200.000,00 euro. Le comunità residenziali in Campania hanno una retta giornaliera di 47 euro, mentre in altre regioni si arriva fino agli 80 euro/die. Le strutture specializzate per la doppia diagnosi hanno una retta giornaliera di circa 110 euro. Ma vi è da dire che a fronte dei 200.000,00 euro spesi, il Time Out svolge anche attività di prevenzione primaria delle tossicodipendenze operata nelle scuole e sul territorio, che da un punto di vista economico è difficilmente quantizzabile, per non parlare della prevenzione ed il trattamento di principali malattie (circa il 10% dell’utenza del Centro è vaccinata per l’HBV; il 2% in collaborazione con l’Ospedale di Nola, ha praticato terapia con interferone e ribavirina, risultando negativa all’HCV; il 2% dell’utenza è stata accompagnata regolarmente all’Ospedale Cotugno per controlli e per la terapia dell’HIV. A questo aggiungasi l’educazione sanitaria di questi utenti finalizzata alla prevenzione dell’HIV). Dai suddetti dati si evince che 59 persone hanno evitato gravi patologie epatiche che avrebbero comportato costi sanitari elevatissimi, vista l’incidenza di cirrosi HBV e HCV positive nei tossicodipendenti. Volendo tirare le somme, il centro diurno non comporta spese esose per la propria tenuta, ma addirittura solleva la Regione da alcuni oneri economici di non poco conto.
Il Centro Diurno Time Out vanta un elenco corposo di meriti da non sottovalutare: 1) rappresenta una risorsa per la preesistente ASL NA4, essendo l’unica struttura intermedia su un territorio così vasto; 2) un’esperienza di collaborazione tra un Ser,T., un Centro Diurno e una Comunità Terapeutica, che lavorano quasi come un’unica struttura dove si può rispondere a domande differenziate, che vanno dalla riduzione del danno, alla riabilitazione completa, al contenimento; 3) un esempio di integrazione pubblico-privato sociale; 4) una risorsa per il territorio in quanto rappresenta un punto di riferimento non soltanto per gli utenti, ma anche per i loro familiari, per le associazioni del territorio, per le scuole e per i centri di aggregazione giovanile.
Sempre nel tentativo di ricostruire il percorso svolto da tale Centro e di capire le motivazioni della sospensione del servizio, è necessario rammentare che con Det. Dirig. N.1 del 10/01/2017 veniva prorogato l’affidamento del Time Out all’Associazione Il Pioppo fino al 31 ottobre 2017, nonostante le innumerevoli difficoltà economiche a cui si era andati incontro con il mancato pagamento al Centro delle fatture regolarmente emesse. In data 20/02/2017 con protocollo D111 veniva inviata all’alta dirigenza ASL e al Coordinatore Ser.T. Bruno Aiello, al Consigliere Regionale Franco Alfieri e al Presidente De Luca, nota di sollecito di pagamento delle fatture regolarmente emesse per il pagamento delle spettanze dovute per le attività già rese dal 31 dicembre 2015 al 31 ottobre 2016. Questo ritardo naturalmente ha determinato una sofferenza non più sopportabile nell’economia sociale dell’associazione stessa (no profit) e soprattutto nella vita quotidiana delle operatrici e degli operatori che da allora vivono una situazione di grande disagio personale e familiare. All’interno della medesima missiva si rappresentava la necessità di rinnovare e prorogare la convenzione con regolare avviso pubblico, al fine di poter assicurare continuità e garantire livelli essenziali di assistenza per ragazzi e ragazze tossicodipendenti di tale unica struttura diurna dell’ASL NA3 Sud, che tra l’altro prende in carico percorsi di formazione in alternativa al carcere e doppie diagnosi da ormai diversi anni, con riconoscimenti di alta qualità del servizio a livello regionale e nazionale. Infine, si sottolineava che, nonostante lo stato di sofferenza, la struttura continuava a prestare regolare assistenza a tutti gli utenti.
In data 13 aprile 2017 l’assessore alle politiche sociali Fortini ed il Capo di gabinetto del Presidente De Luca convocavano un tavolo regionale sulla vertenza Time Out. In data 12/04/2017 e 07/08/2017 l’Avv. Palisi inviava all’ASL e per conoscenza alla Regione Campania diffida rispetto al ripristino della regolarità contabile delle fatture emesse da novembre 2016 fino ad allora e sulla necessità di adottare provvedimenti finalizzati a garantire la continuità terapeutica degli utenti. Nonostante l’impegno ed il lavoro svolto, si è però arrivati alla ormai non più procrastinabile interruzione del servizio a partire dal 1 novembre.
Il quadro poi regionale non è certo confortante: non bisogna dimenticare che la Campania è ultima in Italia per inefficacia dei modelli organizzativi, in quanto le rette del sistema convenzionale con le Comunità terapeutiche residenziali e semiresidenziali rispettivamente di 44,21 e 27,28 euro sono in assoluto le più basse in Italia ed il mancato accreditamento di base, già pronto da anni, non rende operativi i modelli specialistici Terapeutico, Doppie Diagnosi, Minori, Accoglienza. A tal proposito, ad oggi nessuna delle strutture che operano nel campo delle dipendenze e che hanno presentato richiesta di accreditamento istituzionale, pur avendo avuto tutte il parere favorevole delle rispettive ASL, è stata accreditata con decreto definitivo della Regione ed inoltre, purtroppo, questo è tuttora l’unico comparto della Regione nell’ambito delle strutture socio-sanitarie, che non ha nessuna struttura accreditata definitivamente. Sono tali modelli, altresì inefficienti, in quanto tale ritardo costringe i Ser.T. della Campania ad inviare i pazienti con dosaggio complesso (in particolare doppie diagnosi) in Comunità terapeutiche di altre regioni con un aggravio di spesa assolutamente evitabile: le rette delle Comunità fuori regione valgono per la specialistica in media 100 euro/die e producono una spesa regionale annua di ricoveri fuori regione di circa 5 milioni di euro.
Il Responsabile della Comunità Il Pioppo, a cui appartiene lo stesso Time Out, ha approntato insieme ai suoi validi collaboratori una serie di valide strategie da poter utilizzare al fine di avere modelli organizzativi più efficaci, di stabilizzare le rette delle Comunità terapeutiche su un livello di dignità necessaria e non rinviabile per il lavoro degli operatori, di ottenere una maggiore integrazione di qualità fra servizi pubblici e del privato sociale. Basterebbe eseguire alcune valutazioni sullo stato oggettivo dei fatti e razionalizzare il sistema. Vediamo come: 1) la regione Campania ha una spesa annuale complessiva per inserimenti di persone nelle comunità di circa 11/12 milioni di euro. Se fosse operato un adeguamento delle rette da 44,21 a 65,00 euro che in una media nazionale, si colloca in una fascia medio-bassa, comporterebbe una spesa annuale di 3 milioni di euro. 2) se i ricoveri per doppie diagnosi e per grave complessità venissero presi in carico dalle C.T. con moduli specialistici già previsti, si risparmierebbe almeno 80% dei ricoveri extraregionali, per i quali sono previste rette molto più alte con notevoli disagi di spostamento per cittadini e famiglie.
Da questi dati emerge che, attraverso la strategia organizzativa proposta, vi sarebbe una chiara possibilità di ridurre le spese, con una risonanza enorme dal punto di vista politico, sociale, ma soprattutto culturale, in linea con gli orientamenti dei Programmi Operativi della Regione Campania 2016-2018, e dunque con conseguente speranza di tenere ancora in vita il Centro. Il Time Out è una risorsa per i giovani che la frequentano, per le loro famiglie e le istituzioni. Lavora su territori a rischio ed è riuscita finora a testa alta a fronteggiare gravi problematiche sociali, spesso entrando in conflitto con le camorre locali e con gli sfruttatori di fragilità.
Non rimane altro che chiedere a voce alta alle Istituzioni, che nel nostro piccolo rappresentiamo, di intervenire affinchè ognuno di questi utenti, in una logica di continuità con il percorso terapeutico finora intrapreso, possa tornare ogni giorno alle cure di quanti con sensibilità, amore e professionalità tengono in piedi quest’oasi felice di speranza.
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