Sulla questione del centeo disabili chiuso nuovamente interviene anche il consigliere comunale e della Città Metropolitana Giuseppe Sommese.
Ecco di seguito la sua nota a riguardo.
A Somma Vesuviana toccato il fondo, si raschia il fondo del barile. Si passa, ormai, con una disarmante tranquillità, da uno scandalo all’altro, da una “gaffe” all’altra, da una inefficienza all’altra.
Oggi è il turno del centro disabili finito al centro di una “querelle” che apre davvero scenari inquietanti sull’amministrazione: che si tratti di semplice incapacità, di una volontà palese di prende in giro i cittadini o, addirittura, dell’ennesima zona d’ombra che coinvolge i nostri amministratori, tocca ad altre istituzioni chiarirlo. Di sicuro, abbiamo di fronte un altro capitolo che certifica, ancora una volta, una cattiva gestione del Comune. Non vorrei che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Partiamo dal dato certo: il centro disabili è chiuso ormai da tempo. Un altro servizio negato. Un’altra storia negativa che ha suscitato l’indignazione pubblica dei familiari che usufruiscono del servizio. Risultato? Il responsabile del settore Politiche sociali si è dimesso e il consigliere Granato, per tentare di calmare la protesta dei cittadini di fronte all’ennesimo disservizio, ha annunciato pubblicamente, a mezzo stampa e social, la riapertura del centro disabile comunicando, come se lui fosse il dirigente del settore, la concessione di una proroga alla vecchia impresa.
Di per sé, la proroga sarebbe stata un atto illegale ma la verità è che quella proroga sbandierata ai quattro venti dall’esponente di maggioranza, non è mai esistita e non esiste. Chi potrebbe mai assumersi la responsabilità di un atto illegale? A prima vista si tratta di una semplice presa in giro. Questa maggioranza pensa che i cittadini siano persone da prendere in giro. Se, però, analizziamo la questione più a fondo emerge un’altra riflessione: i consiglieri comunali sono titolari del potere di indirizzo, non certo di gestione. E una eventuale proroga resta un atto amministrativo che compete agli uffici e non ai consiglieri comunali. Quindi, cosa è successo nella testa del consigliere Granato? Semplicemente un tentativo di presa in giro oppure c’è dell’altro legato ad altri tipi di situazioni al punto da voler mettere pressione sugli uffici attraverso dichiarazioni pubbliche annunciando atti che, poi, nella realtà non hanno ritrovato riscontro? Anche perché quella che poteva apparire come una “gaffe” isolata di Granato, ha trovato, poi, riscontro nelle dichiarazioni anche dell’assessore alle Politiche sociali, Anna Cuomo, che ha annunciato per il 18 marzo scorso la riapertura del centro disabili. Un’altra presa in giro, un’altra “gaffe” da dilettante oppure c’è dell’altro dietro questa ennesima triste vicenda?
In una città normale, Cuomo sarebbe già stata messa fuori dalla giunta e Granato sarebbe stato censurato dal sindaco e dalla stessa maggioranza perché le sue parole invadono il campo della gestione e travalicano le prerogative concesse ai consiglieri comunali: come può un consigliere annunciare una proroga ad una impresa senza che il responsabile del settore ne sappia niente? Misteri, intrecci, gaffe, imbarazzo e un silenzio del sindaco Di Sarno che ha il sapore di una imbarazzante complicità finalizzata solo alla tutela della sua poltrona perché ormai è un sindaco debole e al primo incidente con un consigliere della sua maggioranza rischia di finire a casa.
Una brutta storia che sicuramente attirerà le attenzioni anche delle forze dell’ordine perché c’è davvero tanto da chiarire, tanto su cui far luce dietro quella che appare solamente come l’ennesimo capitolo dell’incompetenza di chi governa questa sfortunata città. Ma davvero è solo incompetenza?
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