Napoli – “Questo consiglio si assuma già dalla prossima finanziaria la responsabilità della bonifica delle cave”. E’ quanto annuncia il capogruppo di Sinistra Democratica Tonino Scala nel corso della conferenza stampa dei gruppi Sd, Verdi e Psi svoltasi oggi in Consiglio Regionale. “Nella nostra regione – prosegue Scala – la questione delle cave è diventata insostenibile. Con l’approvazione del Piano regionale cave, sembrava che si fosse giunti a una soluzione a favore sia dei cittadini sia del territorio. Soprattutto per il territorio casertano che è diventato una gruviera, l’approvazione del PRAE aveva fatto tirare un respiro di sollievo, perché esso prevedeva solo la ricomposizione ambientale. Ma il Consiglio regionale ha approvato il 22 ottobre u.s., la legge che, dopo la proroga già approvata nel 2005, prevede un’ennesima proroga delle attività estrattive fino al 30 giugno 2010.
Si fa rilevare che a quella data si sarà da poco insediato il futuro Consiglio regionale che, ovviamente, non avendo esperienze, non avendo seguito l’iter, si ritroverà costretto a decidere per un’ulteriore proroga.
Il disegno di legge votato era nato, nella versione predisposta dalla giunta regionale, come ancora di salvataggio per i cavaioli e qualche dirigente. Attraverso un iter travagliato nella quarta commissione consiliare, è stato modificato, grazie all’intervento di Sinistra Democratica, Verdi, Ps, escludendo dalle proroghe le aree Zac e le aree di crisi, Caserta compresa. Ciò significa che i cavaioli che esercitano su Caserta avrebbero potuto solo fare ricomposizione ambientale, cosi come previsto dal PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive). Ma lo stesso miracolo non si è verificato in aula. Con un’azione trasversale per una volta si era riusciti a salvaguardare l’interesse pubblico, ma con altrettanto trasversalismo, in aula, si sono tutelati interessi di parte. Non è possibile – prosegue Scala -che un PRAE, che non riesce a essere approvato dall’aula consiliare nella vecchia legislatura, che viene approvato, appena s’insedia l’attuale, in regime commissariale, che non subisce modifiche, anche se Sinistra Democratica e Socialisti hanno più volte chiesto il suo ritorno in aula, perché sul territorio si decide democraticamente, non è ammissibile che possa arrogarsi un commissario il diritto di una scelta così importante, possa essere continuamente disatteso.
Il PRAE è lo strumento regionale in vigore atto a regolamentare le attività estrattive. Il Piano cave aveva previsto come ultimo termine di scadenza di queste vecchie autorizzazioni il 31 marzo 2007. Ma non se tiene conto e con leggi, leggine, proroghe, decreti direttive interne e piani di dismissioni trappola, vanno in deroga al Piano, e quasi illegittimamente si prorogano le vecchie autorizzazioni.
Si capisce che la Regione ha anche l’ingrato compito a volta di governare alcuni processi borden line, ma se non si esce dall’incertezza delle norme che alimentano la zona grigia delle strutture del sistema che tanto male provocano alla Campania e al Mezzogiorno in generale, non si può parlare di “governare i processi” ma di esserne parte integrante.
Noi non abbiamo votato quella legge. Non l’abbiamo votata perché è la filosofia delle proroghe e dell’approssimazione che non ci convince. Bisogna cominciare seriamente a parlare di bonifica del territorio.
Sinistra Democratica – conclude il capogruppo di Sinistra Democratica Tonino Scala – e le altre forze politiche che si sono opposte a quest’ultima “legge proroga” faranno in modo che nella prossima finanziaria venga inserito un piano di bonifica serio per il recupero delle cave”.
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