CASTELLAMMARE DI STABIA. Sta riscuotendo notevole successo il servizio “Affido Familiare” istituito dal distretto sociale 14, il progetto seguito dalla dottoressa Maria Donnarumma e coordinato dalla dottoressa Anna Cesarano. “Sono già alcune decine le famiglie e i single che si sono rivolti allo sportello voluto dal Coordinamento Istituzionale dei Comuni di Castellammare, Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Rimonte, Pompei, Sant’Antonio Abate e Santa Maria la Carità – spiega il Presidente Mariella Parmendola, assessore alle Politiche sociali del Comune di Castellammare – .Sono famiglie e cittadini che intendono prestare il proprio aiuto ai bambini e famiglie in difficoltà. Ma molto resta ancora da fare per promuovere l’affido come vera alternativa agli istituti di ricovero per minori. Ecco perché lanciamo un nuovo appello ad aprire le proprie case a minori in difficoltà”. Il Servizio Affido Familiare e Adozioni è operativo presso la sede dell’Ufficio di Piano a Castellammare di Stabia. Un’equipe socio-sanitaria è disponibile tutti i mercoledì mattina dalle ore 10,00 alle 12,00, presso la sede dell’Ufficio di Piano a Castellammare di Stabia (piazza Matteotti, 20 – primo piano), tel. 0813941130. Gli affidi familiari possono essere di vario tipo: a tempo pieno, cioè il minore sta con l’affidatario giorno e notte per una breve o lunga durata; per week-end: può essere un primo momento di conoscenza del bambino oppure una specifica necessità; per vacanze: il minore è affidato uno, due o tre mesi, giusto il tempo delle vacanze; giornaliero: il bambino sta con la famiglia o la persona affidataria solo alcune ore al giorno. Importante è capire fin dall’inizio che l’affidamento familiare è temporaneo e, una volta superate le difficoltà del bambino e dei genitori, è previsto il ritorno del bambino presso la sua famiglia di origine. Ad ottenere un affido possono essere famiglie, meglio se con figli minorenni, o una persona singola, purché in grado di assicurare al bambino il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno senza tralasciare di agevolare il reinserimento nella famiglia di origine, collaborando, per quanto è possibile, a rimuovere le problematiche originarie che hanno determinato l’affido. La famiglia affidataria percepisce di norma un contributo fisso mensile svincolato dal reddito. Le variazioni di contributo sono determinate dall’entità dell’impegno richiesto alla famiglia affidataria e dalle decisioni delle singole Amministrazioni comunali. Sono previste, inoltre, le erogazioni di un rimborso spese agli affidatari, l’assicurazione dei minori in affidamento, assegni familiari, detrazioni d’imposta e l’applicazione delle norme sulla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori affidatari. La durata dell’affido può variare. Per bambini molto piccoli (0-5 anni) l’affido necessariamente deve essere breve; approssimativamente non deve superare l’anno, per impedire che negli affidatari vengono identificate le figure genitoriali. A tal fine è indispensabile che i rapporti con i genitori siano frequenti e di consistente durata. In ogni caso, la legge fissa a 24 mesi il limite massimo della durata dell’affido, salvo deroghe disposte nell’esclusivo interesse del minore. Per gli adolescenti con problematiche familiari gravi, tali da non ritenere opportuno il rientro in famiglia, ma che abbiano comunque strutturato con quest’ultima un legame importante, il Tribunale per i Minorenni può disporre anche un affidamento “sine die”, cioè senza termine, sino alla maggiore età.
Mina Spadaro
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