Pomigliano d’Arco. E’ previsto per oggi al ministero del Lavoro alle ore 11 il tavolo di discussione sulla cassa integrazione per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. La discussione si preanuncia infuocata,considerando le diverse posizioni in campo.l’azienda propone la cassa integrazione in deroga mentre i sindacati in ordine sparso chiedono altro, ma, ormai è chiaro a tutti che non è la CIG il pomo delladiscordia ma bensi le future allocazioni di auto nei vari stabilimenti italiani, mentre su Pomigliano si registra in modo ambivalente ottimismo e sfiducia. Per il segretario della FISMC, Roberto Di Maulo,:”La cassa integrazione in deroga è l’unico strumento che può tutelare il reddito dei lavoratori in questa fase”, e aggiunge, “Lo stabilimento G.B. Vico al 15 novembre non potrà più utilizzare gli ammortizzatori sociali né ordinari, né straordinari perché li ha utilizzati tutti. La Fismic condivide la richiesta dell’azienda”.Nei prossimi giorni “la Fismic, con Fim e Uilm, incontrerà la nuova società per esaminare le operazioni di ristrutturazione necessarie per realizzare la nuova Panda a Pomigliano e per chiederne un’accelerazione, anche per ridurre il periodo di cassa integrazione per i lavoratori che da troppo tempo vedono ridotto pesantemente il loro reddito a causa della crisi del settore auto”. Oltre la questione Pomigliano a Roma si discuterà anche di altri siti del gruppo Fiat, Per Mirafiori “é il momento di agire, basta tergiversare”. Lo affermano i segretari generali dei sindacati metalmeccanici torinesi Fim, Uilm e Fismic, che hanno convocato insieme una conferenza stampa (alla quale non è stata invitata la Fiom). Domani, in un’assemblea con un centinaio di delegati della fabbrica Fiat, decideranno le iniziative per fare pressione sull’azienda. ““Mirafiori rischia di essere l’ultimo in ordine di tempo – sostiene il segretario generale della Fim torinese, Claudio Chiarle – nella trattativa sindacale sugli stabilimenti. Vogliamo affrontare subito la questione delle regole e dare un segnale al territorio. L’accordo di Pomigliano è stato una tappa”. “Noi siamo disponibili – spiega – Vincenzo Aragona della Fismic piemontese- a fare a Mirafiori lo stesso accordo di Pomigliano, l’azienda deve uscire allo scoperto. Marchionne non può fare di tutta l’erba un fascio se ci sono organizzazioni che non vogliono affrontare i problemi”.
Sperando che partino i tavoli provinciali per dare effettiva operatività al progetto Fabbrica Italia Pomigliano, nella fabbrica napoletana ci si prepara a tornare al Lavoro tra il 15 ed il 30 novembre.
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