Il responsabile Cgil Zona Vesuviana Salvatore Velardi commenta il “caso banco alimentare”.
Di seguito il suo intervento integrale sull’argomento
Il video trasmesso da “Le Iene” sul “Banco alimentare di Somma Vesuviana” ha svelato una vicenda assolutamente vergognosa, inqualificabile e schifosa.
Anzichè distribuire gratuitamente i prodotti alimentari provenienti dall’UE ai cittadini più bisognosi, come di solito accade grazie all’ammirevole lavoro delle Associazioni di volontariato, alcune persone li distribuivano in cambio di una presunta quota associativa mensile di 6 euro. Il cosiddetto “pacco” veniva, di fatto, venduto a chiunque lo richiedeva (anche senza averne alcun diritto).
Gente ignobile ha lucrato sulla miseria e sul bisogno dei più poveri.
Ma come è stato possibile arrivare a questi livelli di miseria morale?
Immaginiamo che la Magistratura e la Finanza apriranno (se non lo hanno già fatto) un’inchiesta sull’episodio e ci auguriamo che tutto si concluda al più presto con necessari ed esemplari provvedimenti.
Facciamo notare, tra l’altro, che, a giudicare da ciò che è possibile vedere dal video, i capannoni dove avvenivano lo smercio e la vendita dei prodotti alimentari non sembravano avere neppure i requisiti minimi di igiene per garantire la stessa qualità dei prodotti.
La vicenda colpisce e indigna.
Un marchio infamante rischia di gravare ingiustamente sull’intera Città Vesuviana, che conosciamo come laboriosa e generosa da sempre.
Eppure ci chiediamo: nessuno era accorto di ciò che avveniva? Nessun “cliente” aveva pensato di segnalare la cosa alle Autorità? Agli Amministratori Comunali, alle Associazioni ed alle Forze politiche locali non era giunto alcun sentore? Ci sembra difficile, visto il notevole movimento di persone e di auto che affollavano i capannoni con cadenza mensile.
Gli Amministratori di Somma Vesuviana (come quelli di tutti gli altri Comuni della Regione) stanno discutendo, proprio in questi giorni, il Piano Sociale di Zona ed il Piano di Azione per la Coesione, insieme agli altri Amministratori degli altri Comuni dell’Ambito.
Naturalmente non intendiamo addossare su di loro alcuna responsabilità per quanto accaduto, ma ci chiediamo: intendono garantire controlli rigorosi affinche le azioni programmate e messe in campo raggiungano davvero gli autentici destinatari e gli aventi realmente diritto?
Da questo episodio indegno abbiamo, tutti, l’obbligo di imparare la lezione e di vigilare affinchè cose simili non si ripetano più.
Sulle spalle dei poveri e degli indigenti non si può essere indulgenti in alcun modo. Invitiamo chiunque a segnalarci, anche anonimamente, episodi simili. Il “Banco Alimentare” non può diventare per qualcuno la “Banca Alimentare”.
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