giovedì 26 Dicembre 2024
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Casalnuovo. L’Ingegnere Massimiliano Moraca : “Ok il Pum, ma attenzione alla politica”

Casalnuovo di Napoli – L’amministrazione Pelliccia stila il PUM (Piano Urbano di Mobilità) che dà una serie di indicazioni programmatiche, che in parte devono essere attuate nel prossimo bienno, altre devono essere trasmesse al PUC (Piano Urbanistico Comunale), relative ad interventi infrastrutturali che in due anni non è possibile effettuare.

Massimiliano Moraca è un Ingegnere civile ed ambientale, residente in Casalnuovo di Napoli. Nel 2014, la laurea triennale in Ingegneria per l’ambiente ed il territorio presso la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università di Napoli “Federico II”, con una tesi sui G.I.S. dal titolo “Le infrastrutture dai geografici: un’applicazione per la mappa d’uso del suolo del comune di Casalnuovo di Napoli”

L’Ingegnere Moraca ha partecipato ad un corso di formazione europeo in cui ha acquisito competenze necessarie per parlare di mobilità sostenibile. Il “Transport Learning” si è tenuto in otto nazioni europee in contemporanea, tra il 2012 ed il 2013, finanziato dalla comunità europea ​” ed ha pubblicato sul suo sito una serie di osservazioni al PUM di Casalnuovo (http://massimilianomoraca.it/blog/osservazioni-al-pum-di-casalnuovo-di-napoli/)

Cosa va fatto subito in relazione al PUM?

Nel biennio ciò che può essere subito attuato è la nomina del Mobility Manager e della Consulta per la Mobilità Sostenibile. Il Mobility Manager è una figura prevista dalla legge da diversi anni, tra l’altro questa figura è istituita anche nel settore scolastico. È una figura che si coordina con docenti, genitori ed alunni per fare in modo che si arrivi ad usufruire dell’istituto scolastico in modo sostenibile, per capire le esigenze di spostamento della platea di persone che devono raggiungere l’istituto scolastico e per trovare una alternativa di mobilità.

Cosa pensa del Pum?

Il Pum è fatto bene ma la politica dovrebbe sforzarsi di restarne fuori il più possibile, perché le indicazioni presenti in questo piano sono ben fatte ma potrebbero essere stravolte dalla politica. Il Pum, se rispettato nelle sue indicazioni, consentirebbe al comune di Casalnuovo di accedere ad una serie di fondi comunitari che potrebbero portare risorse sul territorio che se ben concorrerebbero al miglioramento della vivibilità comunale. Ripeto che il Pum è ben strutturato ma se la politica “ci mette lo zampino” diventa uno strumento inutile.

Senso unico sul corso e bike sharing, cosa ne pensa?

Istituzione della Consulta e la nomina del Mobility Manager sono prioritari, dopo puoi andare per gradi e svolgere quanto previsto nel Pum. Se, ad esempio, si facesse per prima cosa il senso unico sul corso, si va a determinare il fallimento generale di tutto il progetto. Se si facesse subito il senso unico Casalnuovo si blocca. Quindi, prima la Consulta e Mobility Manager, per iniziare a seminare un cambiamento culturale, poi interazione con il territorio affinché, con il tempo, si faccia in modo che all’interno della mentalità cittadina si abbia questo cambiamento culturale. Se si facesse subito il bike sharing, verrebbe fuori un progetto fallimentare, e lo dico da fruitore della bicicletta.

Quindi è necessario una sorta di cronoprogramma?

Una volta che hai messo questi strumenti a disposizione della cittadinanza ed hai fallito, dopo è difficile spiegare alla città che si sono commessi errori e che quegli strumenti, in realtà, sono importanti, perché poi perdi di credibilità e le persone “fanno muro”. Bisogna organizzare bene il tutto e non sbagliare sin dall’inizio. Senza progettualità, anche un buon progetto può essere fallimentare. Nel Pum c’è progettualità, forse dovrebbe essere un po’ più chiaro prevedendo sorta di step necessari affinché si possa “guidare” la politica, e la popolazione, nel porre in essere una chiara progettualità, non è il termine giusto ma una sorta di cronoprogramma.

La sua preoccupazione più grande riguardo questo Pum?

Il mio timore è che vengano estrapolati dal Pum “interventi Spot” che non potrebbero essere subito posti in essere perché si determinerebbe il fallimento del Piano Urbano di Mobilità.

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