martedì 24 Settembre 2024
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Caro ex-San Valentino… dove sei ?

C’era una volta una festa per giovani sognatori, di nome San Valentino; ci si incontrava nelle piazze principali, tutti insieme con in mano striscioni alzati per amore, passione: le vere utopie della resistenza.

Chi non lo ricorda il 14 Febbraio dei nostri “anni green”? A scuola i professori ci chiamavano teen-agers, e con l’orgoglio di sentire i veri valori di fede nel nostro amore seguivamo i nostri ideali con occhi bendati, come si fa con un grande amore-cieco!
Vabbè passavano gli anni della nostra eterna adolescenza…Che tempi ragazzi,vero?

Il nostro “primo” San Valentino, il nostro primo filone adolescenziale, quello si che era “Vero Amore” col suo bel velo di sogno, ci avvolgeva nascondendoci gli occhi con l’altro, e insieme al santo incoronava il nostro incontro nel giorno più bello e indimenticabile di tutta una vita presente, passata e futura. Della sua memoria, ancora oggi, ci fa ritornare a riassaporarlo, a festeggiarlo con un nome nuovo il “non-sanvalentino”quasi per protesta, per morte e vedovanza di giovani lotte e rivoluzioni, perché noi ci credevamo davvero!
Vabbè ora direte tutti <>, solo perché non avete ricordato ancora il Vero Amore…

Giorni prima ad aspettarlo, con le tue amiche, e se non c’avevi il fidanzato te lo cercavi e lo trovavi poco prima della notte, una notte magica che anticipava i grandi cuori di plastica, gonfiati già fuori al tuo negozio preferito, l’unico, inimitabile ecco quello lì, lo vedi? “Guarda qui”, pieno di gadgets da comprare; una bella tazza, con magari la tua foto incastonata per la sua colazione, una medaglia, al migliore e all’incomparabile tuo devoto da appendere nella sua stanzetta, cornici, cornicine con gattini, cuoricini, frasi sciocche, con la foto di voi due mentre vi baciate, da mettere sempre nella sua stanzetta, striscioni, col fatidico ti amo megagalattico( questo no, vicino al suo letto).

Insomma dopo la grande notte prima degli esami andavi alla cassa … e non poteva mancare “quella cosa là”! Cosa?
Il biglietto, no? Ovvio!

Che fatica! Dovevi ora scegliere la migliore busta con lettera, la migliore del mondo, quella più colorata, no! Quella con la frase dentro! no! Quella con la frase fuori, quella tricolore, quella azzurra, no quella rossa…alla fine prendevi la più silenziosa, quella che non ti aveva nemmeno chiamata! E ora a casa, ad organizzare la tua campagna d’amore!

A casa c’eri tu, la tua busta piena di regali con quell’ingombrante cuore di plastica che ti sembrava lasciarti di nuovo al buio,( e allora lo mettevi sul letto accanto al suo coniglio), e i suoi vecchi peluches, quelli piccoli, medi, grandi, grandissimi, quelli che dovevi nascondere sotto il letto perché non c’era più spazio! Ma che bello San Valentino, arrivava così veloce ogni anno che non avevi neanche il tempo di sbarazzarti degli animali dell’anno prima che ti ritornava a bussare lui, di nuovo con la sua faccia da saltinmbanco e tanti baci perugina!

I baci perugina! Cavolo il biglietto! Non l’hai ancora scritto?

Allora, ci pensava “mister tubo” poi a riparare, se te ne dimenticavi, e al massimo te la scansavi con un bel ti amo, ma mica una volta! Eh no! I ti amo li scrivevi in tutte le lingue del mondo, ( per dare un tocco di diversità ai soliti ti amo), e poi li scrivevi di lato, sopra, sotto, a fine pagina… riempivi il foglio bianco di ti amo, ti amo, ti amo, e mentre lo scrivevi mica pensavi <>?
Tu sapevi tutto dell’amore, ti amo era la tua promessa, ma poi pensavi ma promessa di che? Vabbè, giravi la pagina e continuavi a scivere ti amo, con una sola parola diversa, la tua firma col cuore, su una bandiera ormai “forzata”.

Vi davate appuntamento già di mattina, la prima telefonata in video conferenza, “auguriiiiiiiiiii amore”!

E se ti arrivavano le rose bianche era il momento giusto, sarebbe finito poi lo strazio di ogni donna, trattata come un fiore della liberazione…

Ci dicevano da ragazzi, “San Valentino è la festa di ogni cretino che crede di essere amato, ma invece è solo fregato”, ma non è così. Che bella la nostra adolescenza, in bocca al lupo ragazzi!

Teresa Petrarca – fonte: “Il Neruda settimanale satirico

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