SAVIANO. Carmine Ciccone impianta le proprie tematiche tra universi senza tempo. Non ha la presunzione di dare risposte ai quesiti esistenziali, anzi, lascia allo spettatore la goduria, la frenesia dell’incerto, affascinandolo con una serie di rebus che lasciano decidere l’occhio, la mente e il cuore, sulle sfumature della “Bellezza di immagini scomposte, atomizzate, sovrapposte, in modo da rappresentare una metafora del tempo”.
L’artista scardina presupposti illuministici, quando pittura, scultura, architettura, venivano scisse da danza, teatro e musica ritenendole entità artistiche separate. E ribalta tale schema facendole convivere tra loro in un universo unico che spazia dalla fotografia alla pittura, dal cinema al teatro e così via … in una perenne tensione tra arti in movimento e forme classiche, quale sinonimo di modernità teso a generare un linguaggio personale ed identificativo con “Elaborazioni digitali, tecniche fotografiche, collage avanzati, performance dentro l’opera”.
Approda, così, ad una forma di computer art personalizzata in un contesto per niente scontato, di linguaggi diversi che confluiscono in una esplosione di colori, aggraziati tra loro, dal tratto deciso ma senza volgarità o forzature di sorta, con la donna protagonista: nel nostro caso personaggi dello spettacolo come la mitica Sofia Loren o figure che partono da forme classiche dell’antichità per approdare agli avvenimenti dei nostri giorni, che storia, cinematografia o cronaca mondana hanno immortalato nei modi più disparati, d’originalità o di reiterazioni ben congeniate.
Un percorso frutto di anni di studio e perfezionamenti dove la banalità non è mai di casa, dove i colori vengono esaltati con animo “Crepuscolare bagliore digitale … dove lo schermo è divenuto una finestra aperta su un nuovo mondo e introdotto al contempo un nuovo genere di solitudine”.
Carmine Ciccone, nella sua arte fatta di ricerche storiche, elaborazioni digitali, riesce nel coriaceo tentativo di approdare ad una “Bellezza” che lascia estasiati ed attua un coinvolgimento totale in un pathos che solo l’occhio, nel suo innegabile gradimento, può trasmettere alla sensibilità dell’anima.
E però, “Non intendo dare un nome alla “Bellezza”, alla felicità o creare il significato delle cose – confida – ma farci amare la vita”. Un presupposto che va a scardinare le storture del quotidiano, trasportando il proprio “Io” in universi incontaminati, osannando attraverso varie epoche storiche, il culto dell’etica e dell’estetica, finalmente a braccetto in un gioco di luci che fasciano l’intero, variegato discorso artistico alla stregua di una bimba ora nata, che delizia coi primi sorrisi di un’innocenza delineata da strilli di ribellione proprio per quella vita che va a cominciare aggrappata agli entusiasmi della creazione più ambita, accarezzata da colori vivaci e speranzosi da affidare ad un futuro per niente scontato.
La mostra di Carmine Ciccone, di stanza nello storico palazzo Allocca in Saviano (Na), stante il crescente interesse di numerosissimi visitatori, è stata prorogata fino al prossimo 31 marzo, con orari pomeridiani che vanno dalle ore 17:00 alle ore 20:00 circa. Un invito a passarci, come consiglio gratuito. Ne guadagnerà lo spirito in un fermento indescrivibile, che la sola, mera parola, riesce indegnamente a presentare. Mai come in questo caso, l’occhio pretende la sua parte!
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