Sant’Anastasia. “Trasferimento per incompatibilità ambientale”, lo chiedono con forza 8 agenti di polizia municipale di Sant’Anastasia in una lettera che non lascia spazio ad interpretazioni.
Duri i toni scelti per spiegare la situazione in cui sono costretti a vivere, da tempo, a causa del comandante Fabrizio Palladino. Tanto da spingerli a scrivere al sindaco, alla giunta e al segretario comunale. “La reiterazione”, scrivono, “di una serie di atti, atteggiamenti, comportamenti, diversi e ripetuti nel tempo in modo sistematico e abituale, aventi connotazione aggressive, denigratorie e vessatorie, compiuti dall’attuale comandante della polizia municipale, stanno comportando il progressivo degrado delle condizioni di lavoro, l’altrettanta progressiva compromissione della salute, della professionalità e della dignità degli altri dipendenti appartenenti al comando. Tale situazione, diventata ormai insostenibile, si caratterizza con la continua sottoposizione dei dipendenti a procedimenti disciplinari per le più svariate e fantasiose motivazioni, che di sovente hanno comportato l’irrogazione di sanzioni disciplinari di notevole impatto”. Peggio, aggiungono che il comandante accompagna le sue esternazioni con frasi del tipo “sempre farò in modo da farti licenziare”. E’ diventato impossibile, sottolineano, anche ottenere dei semplici cambi di turno, tutto deve passare per il vaglio di Palladino, anche l’eventuale variazione dell’auto di servizio. La situazione delle ferie poi è “cervellotica”, “attuata in dispregio delle norme contrattuali ed ai più elementari principi di ragionevolezza esplicitata anche attraverso una illogica previsione di massiccia presenza di addetti alla viabilità in periodi di scarsissima frequentazione cittadina (agosto), si è anche assistito a revoche di ferie precedentemente autorizzate, in nome di pseudo motivi di servizio rilevatesi del tutto insussistenti”. Impossibile dialogare col il comandante. E quel che è peggio i vigili urbani lamentano di essere “controllati” dal “Grande Fratello”: le telecamere. “E’ da prendere in considerazione”, aggiungono nella missiva, “un altro aspetto che si ritiene di estrema gravità. Di sovente, infatti, è stato registrato un uso improprio delle telecamere della videosorveglianza degenerato in una forma di controllo a distanza del personale, fattispecie espressamente vietata dall’articolo 4 della legge 300/70”. Gli agenti hanno paura che le continue sanzioni ricevute possano “arrecare gravi danni alla carriera degli sfortunati soggetti a tale angheria se non addirittura il loro immotivato licenziamento”. I vigili chiariscono che una parte dei colleghi non ha firmato perchè “con atteggiamenti servili e melliflui cercano di accattivarsi le simpatie del comandante”. Inquietante, infine, la chiosa scelta dagli agenti con cui spiegano che se non vengono presi provvedimenti è possibile che la situazione possa “(circostanza mai auspicabile) degenerare in un ambiente autorizzato al porto d’armi”. Per questo, dunque, vogliono “per motivi di acclarata incompatibilità ambientale, di essere trasferiti presso altri settori dell’amministrazione”.
DA CRONACHE DEL VESUVIANO DEL 18 APRILE
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