Sindaco e Città ostaggi ancora del vecchio establishment
Nonostante la vittoria elettorale, il Partito Democratico di Torre Annunziata è travolto da tensioni interne. Il capo staff del Sindaco, Pierpaolo Telese, e la vecchia guardia si scontrano in una lotta per eleggere il proprio segretario. A rischio la stabilità dell’amministrazione comunale. Tra tessere moltiplicate e alleanze tradite, il congresso cittadino del 15 dicembre promette battaglia.
Non c’è pace nel Partito Democratico di Torre Annunziata. La recente vittoria alle elezioni comunali, che sembrava preludere a un periodo di pace nei rapporti tra le molteplici correnti, si è trasformata in un campo di battaglia politico. Le tensioni interne, che covavano sotto la superficie, sono esplose in tutta la loro virulenza nei giorni successivi all’elezione del sindaco Corrado Cuccurullo. Il primo segnale d’allarme è stato proprio l’assenza del neoeletto sindaco ai festeggiamenti nella sede del PD; un chiaro segnale di contrapposizioni profonde tra chi ha voluto fortemente l’indipendente Cuccurullo e chi preferiva che fosse indicato un candidato sindaco iscritto al PD.
La situazione è ulteriormente precipitata quando l’ex segretario cittadino, Giuseppe Manto, rimasto fuori dal consiglio comunale, ha lanciato accuse furiose contro colui il quale doveva garantirne l’elezione, divenuto capo staff, l’avvocato Pierpaolo Telese. Come se non bastasse, in seguito, tre consiglieri comunali del PD si sono visti respingere la candidatura dell’ex sindaco Luigi Monaco come assessore comunale, accentuando ulteriormente le divisioni.
Domenica 15 dicembre, giorno del congresso cittadino, la sede del PD di corso Umberto sarà teatro di uno scontro decisivo. Due fazioni si fronteggiano: da un lato, la “vecchia guardia” guidata da Agostino Popolo, Raffaele Ricciardi, il direttore del periodico on-line Torresette Antonio Gagliardi e gli ex Sindaci Luigi Monaco e Giosuè Starita, sostenuta dal proprio candidato Ciro Passeggia, in passato già segretario del circolo locale. Dall’altro lato, c’è Pierpaolo Telese, che cerca di consolidare la sua posizione dopo aver sostenuto con successo l’elezione del sindaco attuale. Telese ha proposto come segretaria la professoressa Gabriella Pepe, membro del direttivo provinciale del partito ma su indicazione del circolo di Ercolano.
Per Telese, il rischio è alto: una sconfitta significherebbe perdere credibilità e ritrovarsi un partito ostile. Dall’altra parte, la vecchia guardia non intende cedere il controllo a una nuova linea politica che significherebbe il loro definitivo declino.
Entrambe le fazioni hanno mobilitato i loro sostenitori, gonfiando il numero delle tessere del partito da 60 a quasi 400, in vista del congresso. Sembra che l’aumento degli iscritti sia stato facilitato sia dalle liste civiche che hanno sostenuto il sindaco, sia da alcuni consiglieri comunali d’opposizione, contattati da entrambe le correnti per aumentare il numero di votanti. Tuttavia, la federazione regionale ha rimosso dall’elenco almeno dieci nomi di persone appartenenti ad altri movimenti partitici o politici che, per statuto, non possono iscriversi al Partito Democratico.
A margine di questa battaglia, hanno fatto un passo indietro coloro che sono più vicini alla segreteria nazionale del PD. Massimo Manna, Luigi Colucci, Antonino Esposito e Francesca Napolitano, pur sostenendo il sindaco Cuccurullo, vedono con preoccupazione questa lotta intestina. Secondo loro, Telese e i suoi avversari stanno giocando una partita personale che rischia di compromettere il futuro dell’amministrazione comunale e la credibilità del Partito. La segreteria provinciale del PD, con Giuseppe Annunziata, osserva con apprensione questo ennesimo scontro, e sta cercando di ricucire la frattura in atto proponendo un nome di garanzia che sappia dialogare con l’amministrazione comunale, tenendo conto anche delle richieste che verranno dal gruppo dirigente che verrà eletto.
In questo clima di scontri e rivalità, il Partito Democratico di Torre Annunziata sembra dimenticare le sue radici e il suo ruolo di sostegno ai cittadini più vulnerabili, trascurando i problemi che attanagliano la città: lavoro, povertà economica, educativa e sanitaria, riqualificazione urbana e diritti civili e sociali. La posta in gioco è alta e il congresso cittadino potrebbe segnare un punto di svolta, ma la restaurazione è purtroppo dietro l’angolo se non si riescono a mettere da parte i personalismi e le tessere, e non si coinvolgono in questo nuovo percorso i rappresentanti della società civile, del mondo del lavoro e tutti coloro che sono fuoriusciti dal Partito Democratico a causa di queste divisioni.
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