Napoli. La candidata sindaco per il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile offre una disamina chiara della drammatica situazione delle casse comunali, la cui soluzione non può prescindere dalla consapevolezza delle iniquità perpetrate in passato ai danni del Sud.
«Non giriamoci intorno, i 3 miliardi e mezzo di debito non si risolvono attraverso fittizi “patti per Napoli”». Ad affermarlo, Rossella Solombrino, candidata sindaco di Napoli per il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile. «È necessario invece agire su ogni fattore determinante questa tragica situazione economica» prosegue «sintetizzabile in incapacità amministrativa e soprattutto in politiche economiche penalizzanti nei confronti dei comuni del Sud. Politiche che risultano, nella maggioranza dei casi, in bilanci in passivo o quadrati con estremi sacrifici richiesti ai cittadini e che non consentono una gestione ottimale degli enti locali». «Il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile» dichiara Solombrino «è l’unica forza sul panorama politico odierno che sta conducendo una battaglia serrata contro la spesa storica e per un’equa ripartizione delle risorse del Recovery Fund. Allo stesso modo ci stiamo battendo per evitare ogni riforma e provvedimento volti esclusivamente ad agevolare, attraverso giochetti iniqui, la capacità dei comuni del Nord rispetto a quelli del Sud. Un esempio pratico per il comune di Napoli è la riduzione in dieci anni del costo del personale del 40%, passando da 457 milioni a 277 milioni di euro annui. Riduzione che ha significato, ovviamente, tagli del personale in virtù di quel decennale blocco del turn-over» osserva. «La mancanza di risorse umane, dunque» aggiunge «unita ai prepensionamenti e senza possibilità di inserimento di nuovo personale, ha impedito, di fatto, l’erogazione di servizi efficienti e adeguati alle esigenze dei cittadini. A questo si aggiunge l’aggravante età. Una consistente quota di questa forza-lavoro infatti è over 55, mentre le donne, altro dato su cui occorre riflettere, rappresentano appena un terzo di tutto il personale» sottolinea la candidata. «Ora, se da un lato i passati governi di centrodestra a componente leghista, basandosi sul pregiudizio del dipendente meridionale “fannullone”, hanno potuto “giustificare” una situazione che si concretizza in meno personale al Sud per poter favorire lo standard dei servizi agli abitanti delle città del Nord (senza contare riforme inutili in stile concorsone Brunetta), dall’altro diventa necessario, per Napoli e il Mezzogiorno, poter contare su una forza lavoro che sia maggiormente capace di cogliere le opportunità di sviluppo economico-sociale in termini di progetti e risorse europee» spiega Rossella Solombrino. «Non dimentichiamoci mai che il Sud è costretto a subire scelte politiche, da parte degli stessi partiti che appoggiano candidati a Napoli, per le quali le risorse ordinarie ad esso destinate vengono distratte a Nord (60 mld l’anno dice la SVIMEZ) e alle quali si “sopperisce” con investimenti straordinari europei che dovrebbero invece essere aggiuntivi al fine di colmare il divario. Che è anche il motivo per il quale l’Europa ce li finanzia. Questo gioco delle tre carte determina un lavoro aggiuntivo a cui è chiamato il comune meridionale in termini di progettualità che deve svolgere, altresì, senza le adeguate professionalità» chiarisce. «Possiamo uscire da questo vicolo cieco, dunque, solo attraverso l’integrazione delle risorse esistenti con nuove professionalità giovani e formate per cogliere al meglio ogni opportunità, rimediando ed evitando in futuro la situazione disastrosa a cui stiamo assistendo come, ad esempio, cantieri eternamente aperti, opere mai terminate e disservizi ai cittadini» ricorda la candidata per il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile. «Ecco perché» conclude Solombrino nel «nostro programma prevediamo la possibilità concreta (perché già in una fase di studio avanzata) di formare simili figure professionali direttamente in Europa. Figure da inserire successivamente nell’organico della macchina comunale. È necessario un innovativo e rivoluzionario “collegamento” diretto Napoli-Europa che porti la nostra città ad essere al centro di capacità di investimento, informatizzazione, sviluppo tecnologico e verso la completa digitalizzazione dei processi amministrativi, venendo incontro alle esigenze dei cittadini e guadagnando in termini di efficienza». «Io e il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile» promette infine «puntiamo al rilancio della città, sia analizzando e denunciando le iniquità perpetrate, che si traducono in possibilità e diritti negati ai cittadini, sia guardando e sviluppando progetti coerenti che abbiano al centro le risorse più importanti e peculiari di Napoli: i giovani e tutti quei cittadini che ad oggi sono costretti ad arricchire, con il loro lavoro, economicamente e intellettualmente altre città».
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